Lu­mi­na­ri e Pia­ne­ti



  Classificazione

Que­sto ca­pi­to­lo de­scri­ve in modo ar­ti­co­la­to tut­ti i Pia­ne­ti, po­nen­do in re­la­zio­ne i ca­rat­te­ri e le ri­spet­ti­ve pe­cu­lia­ri­tà in modo non me­ra­men­te si­ste­ma­ti­co, ma di­scor­si­vo e vol­to a sti­mo­la­re la ri­fles­sio­ne e l'in­da­gi­ne. Gli ar­go­men­ti pro­po­sti sono da con­si­de­rar­si in­di­ca­ti­vi, dato lo spa­zio e la va­sti­tà del­la ma­te­ria; tut­ta­via han­no il com­pi­to di in­di­riz­za­re il ra­gio­na­men­to ver­so quan­to non vi è scrit­to, o tal­vol­ta l'am­bi­zio­ne di ar­ric­chi­re la ma­te­ria di nu­o­vi spun­ti.
Un tale modo di di­stri­bu­i­re l'in­for­ma­zio­ne non ne di­sper­de i con­te­nu­ti, al con­tra­rio ob­bli­ga a ri­cer­ca­re in ogni par­te la re­la­zio­ne ad al­tre che le sono con­ge­niali o con­trap­po­ste, rin­no­van­do al pen­sie­ro quel­la gin­na­sti­ca dia­let­ti­ca che è il solo modo per li­be­rar­si da­gli sche­mi pre­fab­bri­cati, veri di­strut­to­ri del­l'ana­li­si.

Gli "sta­ti" prin­ci­pa­li in cui ogni Cor­po (con ciò in­ten­de­remo d'ora in poi Sole, Luna e Pia­ne­ti, Ter­ra in­clu­sa) vie­ne a tro­var­si sono 4, in cor­ri­spon­den­za ai car­di­ni di ogni ci­clo:

Domicilio, Esilio, Esaltazione, Caduta

Pagine alternative
La pa­gi­na "Pia­ne­ta_" ha in­ve­ce il com­pi­to di of­fri­re la de­fi­ni­zio­ne ra­pi­da di cia­scu­no, alla qua­le pun­ta di­ret­ta­men­te il pri­mo cli­ck dal­le pa­gi­ne di AstroTime con­te­nen­ti dati da in­ter­pre­ta­re. Vi si scor­ro­no va­lo­ri in di­gni­tà, in de­bi­li­tà, con qual­che det­ta­glio ri­guar­dan­te le ore sot­to il loro in­flus­so.
L'ico­na apre per cia­scu­no la sche­da tec­ni­ca de­di­ca­ta, la cui am­piez­za sarà va­ria­bi­le nel tem­po, con­te­nen­te que­sta vol­ta suc­cin­te in­for­ma­zio­ni ca­rat­te­ria­li e tec­ni­che, in­ca­sel­late in una gri­glia di spe­ci­fi­che ca­te­go­rie, la pri­ma del­le qua­li de­scri­ve le ten­den­ze del Pia­ne­ta pres­so cia­scun Se­gno zo­dia­ca­le, men­tre sul lato de­stro com­pa­io­no sug­ge­ri­men­ti in­di­ca­ti­vi e som­ma­ri at­ti­nen­ti l'ana­to­mia, fi­sio­lo­gia, ter­mi­ni chia­ve ed al­tri trat­ti par­ti­co­la­ri, de­sti­na­ti ad am­pliarsi. Ri­por­to ar­go­men­ti come l'af­fi­ni­tà pie­tre-pia­ne­ti, ori­gi­na­ta da una moda non più an­ti­ca del Ri­na­sci­men­to e sog­get­ta alle più di­spa­ra­te at­tri­bu­zio­ni, so­prat­tut­to per com­pia­ce­re un cer­to gu­sto e cu­rio­si­tà sog­get­ti­va.
Domicilio
si­gni­fi­ca il tro­var­si nel­la pro­pria sede na­tu­ra­le, a pro­prio agio, nel­la con­di­zio­ne di mi­glior ren­di­men­to. Si dice an­che che un Pia­ne­ta è Ma­e­stro di, o che go­ver­na quel de­ter­mi­na­to Se­gno. Il Sole, ad es. do­mi­na chia­ra­men­te al mez­zo­gior­no, go­ver­na l'Esta­te ed in par­ti­co­la­re il se­gno del Le­o­ne.
Esilio
è il con­tra­rio del pri­mo, al­l'op­po­sto del­la pro­pria sede na­tu­ra­le, ove il ren­di­men­to è nel mi­glio­re dei casi fa­ti­co­so, po­i­ché lì 'toc­ca il fon­do'.Il Sole, per se­gui­ta­re l'esem­pio, si tro­va in esi­lio a mez­za­not­te, di cui la Luna è ma­e­stra in­di­scus­sa. È in Esi­lio in Aqua­rio.
Esaltazione
si ve­ri­fi­ca in Se­gni che rap­pre­sen­tano il sor­ge­re di de­ter­mi­na­te qua­li­tà o at­tri­bu­ti na­tu­ra­li di un Cor­po ce­le­ste, cioè un cre­scen­do che tal­vol­ta può es­se­re più ec­ci­tan­te del­la pie­nez­za. Un pia­ne­ta in esal­ta­zio­ne ten­derà a far va­le­re le sue qua­li­tà in modo prio­ri­ta­rio, con in­so­li­ta evi­den­za.
Il Sole al­l'alba, con tut­ta la bel­lez­za del­l'au­ro­ra (men­tre la sua luce du­ran­te il gior­no ap­pa­re scon­ta­ta).
Caduta
È la fase o l'àmbito del de­cli­no del­l'astro.
L'ab­ban­do­no, la ri­nun­cia a far va­le­re la pro­pria po­ten­za o po­ten­zia­li­tà. Lo spa­zio in cui un Cor­po vede le pro­prie qua­li­tà av­ver­sate dal 'ter­re­no di fon­do', che gli è ina­dat­to, se non osti­le.
Per il Sole è il tra­mon­to, ov­ve­ro l'au­tun­no, l'ora in cui lo Zo­dia­co si ap­pre­sta a 'spe­gne­re la luce'; è quin­di in ca­du­ta nel se­gno di Bi­lan­cia.

Va det­to che tali ef­fet­ti non si esten­do­no in­dif­fe­ren­te­men­te a tut­ti i 30° di ogni Se­gno, ma se­guo­no l'an­da­men­to di una cur­va, con mas­si­mi e mi­ni­mi che pos­sia­mo sup­por­re le­ga­ti al­l'in­gres­so ed usci­ta, o alla cen­tra­li­tà nel set­to­re spe­ci­fi­co. Vi è chi so­stie­ne che la mag­gior for­za si espri­ma al­l'in­gres­so di ogni Se­gno, per poi ca­la­re pro­gres­si­va­men­te; chi at­tri­bu­i­sce a dei gra­di spe­ci­fi­ci, per­si­no esclu­si­vi, ad esal­ta­zio­ne e ca­du­ta. D'al­tro can­to vari fat­to­ri con­cor­ro­no a va­lo­riz­za­re o de­bi­li­ta­re la for­za di un pia­ne­ta, come i suoi rap­por­ti ce­le­sti non­ché il gior­no e l'ora 'pla­ne­ta­ria' del tran­si­to, sen­za tra­scu­ra­re il Pia­ne­ta che go­ver­na la de­ca­de (1°-10°, 11°-20°, 21°-30°) in cui si tro­va il Pro­mit­ten­te.

Ad au­men­ta­re il ven­ta­glio del­le com­bi­na­zio­ni si ag­giun­ge in­fat­ti il con­cet­to di De­ca­no, dal­l'alta tra­di­zio­ne Egi­zia, che as­se­gna ad ogni de­ca­de la ma­e­stran­za di uno dei 7 Pia­ne­ti, nel­l'or­di­ne e mo­da­li­tà de­scrit­te alla sezione apposita.

Come spes­so ac­ca­de in fat­to di te­o­ria, le at­tri­bu­zio­ni del­le va­rie sedi ai Pia­ne­ti sono in par­te con­tro­ver­se, ma ciò non man­ca di sti­mo­la­re le più acu­te ri­fles­sio­ni in me­ri­to. Le ra­gio­ni sono va­rie, dal­la ri­cer­ca di una sim­me­tria glo­ba­le al cui mo­sa­i­co man­ca­no del­le 'tes­se­re', ad una ca­si­sti­ca de­ri­van­te da ap­proc­ci di­ver­si alle fun­zio­ni pla­ne­ta­rie. Tre pia­ne­ti len­ti pa­io­no es­ser­si ag­giun­ti alle co­no­scen­ze del­l'an­ti­chi­tà, ma a qual­che stu­dio­so non ba­sta­no an­co­ra...
Que­sta ta­bel­la ri­as­su­me la for­mu­la­zio­ne più dif­fu­sa:
(dai nomi dei Pia­ne­ti accedi alle sin­go­le sche­de)
SferaDomic.EsilioEsaltaz.Caduta
Sole

Leone

Aquario

Ariete

Bilancia

Luna

Cancro

Capricor.

Toro

Scorpione

Mercurio

Gemelli

Vergine

Sagittario

Pesci

Aquario

Leone

SferaDomic.EsilioEsaltaz.Caduta
Venere

Toro

Bilancia

Scorpione

Ariete

Pesci

Vergine

Marte

Ariete

Scorpione

Bilancia

Toro

Capricor.

Cancro

Giove

Sagittario

Pesci

Gemelli

Vergine

Cancro

Capricor.

SferaDomic.EsilioEsaltaz.Caduta
Saturno

Capricor.

Aquario

Cancro

Leone

Bilancia

Ariete

Urano

Aquario

Leone

Scorpione

Toro

Nettuno

Pesci

Vergine

Cancro

Capricor.

SferaDomic.EsilioEsaltaz.Caduta
Plutone

Scorpione

Toro

Ariete

Bilancia


Fer­ma re­stan­do que­sta base ab­ba­stan­za con­so­li­da­ta, l'au­to­re pro­por­rà, come per al­tre par­ti de­scrit­ti­ve, la pro­pria vi­sio­ne (fig. a lato),
non sen­za ri­ba­di­re che si trat­ta di con­ce­zio­ne sot­to­po­sta come stru­men­to di in­da­gi­ne, che non pre­ten­de as­so­lu­tez­za ma che, come al­tri as­sun­ti nel­la stes­sa sede, si è di­mo­stra­ta chia­ri­fi­ca­tri­ce in mol­te cir­co­stan­ze.
Una va­rian­te da mol­ti anni espres­sa­men­te pro­po­sta dal­l'au­to­re con­si­ste nel­l'at­tri­bu­i­re la 'rap­pre­sen­tan­za' di Bi­lan­cia an­che alla Ter­ra qua­le 'con­tro­par­te' di Ve­ne­re, po­i­ché essa stes­sa fa par­te del si­ste­ma e non vi è te­o­ria per cui non deb­ba ave­re po­si­zio­ne nel­l'equi­li­brio del­l'in­sie­me. An­che se da noi ne vie­ne vis­su­ta come il cen­tro, non man­ca di pren­der par­te con pro­prio ap­por­to alla fun­zio­na­li­tà del si­ste­ma.
For­se che gli al­tri pia­ne­ti a loro vol­ta non re­ce­pi­sco­no gli in­flus­si ester­ni, in­clu­so quel­lo di Ter­ra? e quel­la stes­sa Ter­ra, te­nu­to con­to del­le emis­sio­ni ener­ge­ti­che de­gli uma­ni - che la stan­no qua­si sof­fo­can­do - sarà per gli Al­tri da clas­si­fi­ca­re come 'be­ne­fi­ca'? ab­bia­mo mai pen­sa­to a que­sto?
A. L'Éclair, va­len­te astro­lo­go e ri­cer­ca­to­re già ci­ta­to, ha a suo tem­po de­fi­ni­to il 1° di Bi­lan­cia "gra­do Ascen­den­te del­l'uma­ni­tà", si­gni­fi­can­do con que­sto un con­cet­to mol­to af­fi­ne al no­stro. Per es­se­re più pre­ci­si, la Ter­ra do­vreb­be go­ver­na­re - sem­pre as­so­cia­ta a Ve­ne­re - pri­ma­ria­men­te il Toro, per la to­ta­le af­fi­ni­tà di va­len­za e di si­gni­fi­ca­to; Ve­ne­re è + ed il suo ac­cor­do con la re­al­tà cir­co­stan­te, pur non di­sgiun­to dal­la sen­sua­li­tà del Toro (Ishtar), pri­meg­gia come Afro­di­te nel Se­gno co­niu­ga­le di Bi­lan­cia.

SferaDomic.EsilioEsaltaz.Caduta
Terra-Venere

Toro

Scorpione

Pesci

Vergine

Mercurio

Gemelli

Sagittario

Aquario

Leone

Luna

Cancro

Capricor.

Toro

Scorpione

Sole

Leone

Aquario

Ariete

Bilancia

Vergine

Pesci

Capricor.

Cancro

Venere
-Terra

Bilancia

Ariete

Sagittario

Gemelli

SferaDomic.EsilioEsaltaz.Caduta
Marte

Scorpione

Toro

Vergine

Pesci

Giove

Pesci

Vergine

Cancro

Capricor.

Saturno

Capricor.

Cancro

Bilancia

Ariete

Urano

Aquario

Leone

Scorpione

Toro

Nettuno

Pesci

Vergine

Cancro

Capricor.

Plutone

Ariete

Bilancia

Gemelli

Sagittario


Quan­to alla dop­pia ef­fi­gie di Mer­cu­rio, for­se Vul­ca­no - lo spo­so di Afro­di­te e ge­ni­to­re di Mer­cu­rio - re­ste­rà an­co­ra per un cer­to tem­po un mi­ste­ro da chia­ri­re... Con i “3 gran­di” ab­bia­mo sco­per­to la pe­ri­fe­ria del si­ste­ma, ma for­se non sia­mo an­co­ra pron­ti a co­glie­re l'in­ti­ma na­tu­ra del cen­tro - o il Mer­cu­rio so­la­re ? - che ri­ma­ne fu­o­ri dal­la por­ta­ta del no­stro sguar­do sia in­te­rio­re che este­rio­re. Di­stin­guia­mo dun­que due zone nel pro­spet­to sot­to­stan­te:
  1. quel­la in­fe­rio­re alla fa­scia Ter­ra-Ve­ne­re, con­te­nen­te le Sfe­re in­ter­ne al­l'or­bi­ta ter­re­stre; si trat­ta di que­gli astri pri­ma­ri, sen­za i qua­li la vita sul no­stro pia­ne­ta non po­treb­be esi­ste­re, in­clu­so Mer­cu­rio che fun­ge da le­gan­te tra tut­ti que­sti ed i pia­ne­ti del­l'al­tra area. Luna e Sole in­te­res­sa­no le metà de­stra e si­ni­stra del cor­po uma­no, Mer­cu­rio ne è la cor­ren­te cen­tra­le, in­te­res­san­do tut­to il si­ste­ma ner­vo­so: il reg­gi­to­re del Ca­du­ceo per­cor­re in dop­pia eli­ca la spi­na dor­sa­le, che nel­la sua ve­ste oc­cul­ta è sede dei 7 chakra.
    C'è da dire che, a te­ner con­to di Sole (cioè Ter­ra) e Luna, con le sue 28 Case, e dei mo­vi­men­ti di Mer­cu­rio, che li co­niu­ga, vi è già di che in­da­ga­re non poco sui rit­mi del­la vita e vi sa­reb­be di che sfor­na­re pre­vi­sio­ni.
  2. quel­la su­pe­rio­re al­l'asse Toro-Bi­lan­cia con­tie­ne in­ve­ce quei Pia­ne­ti che, or­bi­tan­do in­tor­no alla Ter­ra, ne in­flu­en­za­no il cam­po di ener­gia con le loro qua­li­tà al­ter­ne.
La di­re­zio­na­li­tà sim­bo­li­ca del­la se­quen­za pla­ne­ta­ria com­ples­si­va, dal più ra­pi­do al più len­to si sno­da in dop­pio sen­so, al­li­ne­an­do­si in due vet­to­ri pa­ral­le­li e com­ple­men­ta­ri, per­cor­ri­bi­li nei due ver­si in ri­spon­den­za al­l'orien­ta­men­to dei Lu­mi­na­ri qua­le nu­cleo di­ret­ti­vo del si­ste­ma (sem­pre sot­to la pro­spet­ti­va ter­re­stre).
Sole e Luna non sono in­ter­scam­bia­bi­li, ma re­gna­no nel pro­prio Se­gno in quan­to le due metà di un'Uni­tà. A com­pen­sa­re ciò, la­scia­mo dun­que alla dop­pia 'fac­cia' di Mer­cu­rio er­ma­fro­di­ta il com­pi­to di rap­pre­sen­ta­re an­che l'ipo­te­ti­co Vul­ca­no - in man­can­za di dati pro­ban­ti - nel­la sua sede del­la Ver­gi­ne e spo­stan­doci nel­la fa­scia ester­na os­ser­viamo la se­rie che da Mar­te rag­giun­ge Plu­to­ne, con va­lo­ri -­/+ al­ter­na­ti.

Le due se­quen­ze in ro­ta­zio­ne in­ver­sa sug­ge­ri­sco­no due modi per va­lu­ta­re il cer­chio, di­stin­ti per le qua­li­tà de­ri­van­ti dal­la col­lo­ca­zio­ne diur­na­/not­tur­na di cia­scu­no, ove la fa­cies del reg­gen­te è at­ti­va­ta pro­prio dal­l'ac­cor­do­/con­tra­sto con la po­la­ri­tà del Se­gno che lo ali­men­ta. Dal lato del­la Luna, con la pro­gres­sio­ne dei sim­bo­li di­stri­bu­i­ta al­l'in­ter­no del cer­chio in sen­so ora­rio, in­con­tria­mo la pul­sio­ne asin­cro­na di ogni Sfe­ra, con il dua­li­smo che ne vie­ne; par­ten­do dal Sole e ruo­tan­do in sen­so op­po­sto si con­ca­te­nano gli stes­si sim­bo­li nel cer­chio in­ter­no, abi­li­ta­ti dai Se­gni che so­sten­go­no la loro ma­ni­fe­sta­zio­ne sin­cro­na.
Si in­ten­de con "sin­cro­na" l'omo­ge­ne­i­tà del­la va­len­za -­/+ at­tri­bu­i­ta ad ogni Sfe­ra con quel­la del Se­gno ospi­tan­te; ad es. Mar­te, per lo più con­si­de­ra­to ma­schi­le e per­ciò po­si­ti­vo, pre­sen­ta in­ve­ce ca­ri­ca - nel no­stro sche­ma se­quen­zia­le: ciò lo col­lo­ca in po­si­zio­ne sin­cro­na in Scor­pio­ne, il suo se­gno per ele­zio­ne anch'esso di po­la­ri­tà - e, come in al­ge­bra, mol­ti­pli­ca­re due nu­me­ri ne­ga­ti­vi ge­ne­ra un po­si­ti­vo; Plu­to­ne poi si av­va­le di tale for­za per la sua fun­zio­ne de­com­po­sitiva. Di­ver­sa è la si­tua­zio­ne in Arie­te, ove Mar­te estro­ver­so por­ta avan­ti una spin­ta pro­pul­si­va ori­gi­na­ta da Plu­to­ne e che in­ve­ste il suo lato diur­no: la sua na­tu­ra - si tro­va qua in con­di­zio­ne asin­cro­na. Ri­ten­go sia un er­ro­re, frut­to del­la co­mu­ne ap­pa­ri­scen­za, at­tri­bu­i­re a Mar­te va­len­za po­si­ti­va in as­so­lu­to: tut­to nel suo ca­rat­te­re ten­de a pro­iet­tar­si ver­so l'ester­no, a re­a­gi­re a qual­co­sa o con­tro; la sua for­za è mas­si­ma quan­do è in ec­ci­ta­zio­ne: tut­to il con­tra­rio di uno sta­to di pa­dro­nan­za e di au­to­con­trol­lo, spes­so di ele­gan­za; que­sti ed al­tri aspet­ti del­la sua foga sono Yín, piut­to­sto che Yôn, qua­li­tà que­st'ul­ti­ma da at­tri­bu­i­re piut­to­sto alla pa­dro­nan­za amo­re­vo­le e con­ci­lia­tri­ce di Ve­ne­re-Bi­lan­cia. Mol­to di­pen­de da qua­le sia il no­stro con­cet­to di "for­za".
Lu­mi­na­ri a par­te, nul­la vie­ta di in­ver­ti­re il se­gno di tut­te le ca­ri­che e re­in­ter­pre­ta­re il pa­no­ra­ma dal pun­to di vi­sta op­po­sto; pur­ché ogni par­te del­l'in­sie­me ri­man­ga con­gru­en­te. In de­fi­ni­ti­va, ogni Se­gno è sog­get­to alla dop­pia ma­e­stran­za di un pia­ne­ta in ver­sio­ne "so­la­re" e uno "lu­na­re", la cui prio­ri­tà di­pen­de dal­la po­la­ri­tà del Pia­ne­ta stes­so, pur sen­za sot­trar­re spa­zio al­l'al­tro. Come dire che Re e Re­gi­na sie­do­no sul dop­pio tro­no, go­ver­nan­do cia­scu­no Se­gni al­ter­ni.

An­co­ra qual­che ri­fles­sio­ne per ad­den­trar­si nel pa­no­ra­ma: al lato ester­no alla Ter­ra, dopo quel­la di Mar­te tro­via­mo la fa­scia del ple­to­ri­co Gio­ve, che go­ver­na la glan­do­la epa­ti­ca con an­nes­si e con­nes­si, umo­re, di­spo­si­zio­ne ver­so il mon­do este­rio­re. Strin­gen­do an­co­ra quel­la di Sa­tur­no, l'os­sa­tu­ra por­tan­te del­l'in­di­vi­duo, il con­te­nu­to sa­li­no e de­ri­va­ti, un­ghie e den­ta­tu­ra; la di­spo­si­zio­ne ver­so il mon­do in­te­rio­re.

  • Mar­te è la mu­sco­la­tu­ra del­l'in­di­vi­duo; è mos­so dal­l'ap­pe­ti­to e di fat­to il pimo atto del nu­trir­si - na­tu­ral­men­te dopo una cac­cia da pre­da­to­re - è l'ag­gres­sio­ne al cibo a par­ti­re dal­la te­sta: l'Arie­te; per con­tro, l'ul­ti­mo sta­dio ha luo­go nel­l'ap­pa­ra­to escre­to­re in­te­sti­na­le, sog­get­to a Scor­pio­ne, che ne è do­mi­ci­lio na­tu­ra­le. Sua fun­zio­ne in­trin­se­ca è af­fer­ma­re e di con­tro ne­ga­re.
    Ve­ne­re, che go­ver­na par­te del­l'ap­pa­ra­to sen­so­ria­le (tat­to, lin­gua, pa­la­to..), ne com­ple­ta l'ope­ra a par­ti­re dal Toro, in cui si in­ne­sca il sen­so del pos­ses­so con la de­glu­ti­zio­ne ma non sen­za de­gu­sta­zio­ne: la gola; in Bi­lan­cia essa go­ver­na poi l'ap­pa­ra­to re­na­le che dre­na ed a sua vol­ta espel­le i li­qui­di, pre­ser­van­do l'equi­li­brio idri­co-sa­li­no nel cor­po.
    Come com­po­nen­ti la co­lon­na cen­tra­le di Plu­to­ne (vedi fi­gu­ra sot­to­stan­te, in al­ter­na­ti­va an­che questa), co­sti­tu­i­sco­no un nu­cleo car­di­na­le per la so­prav­vi­ven­za. In ri­fe­ri­men­to agli al­tri due grup­pi, Mar­te va spe­cial­men­te d'ac­cor­do con Ura­no in Arie­te e Sa­tur­no in Scor­pio­ne, Ve­ne­re con Net­tu­no, in Bi­lan­cia, l'ar­mo­nia tra sé e gli al­tri e Gio­ve nel­l'ab­ban­do­no e com­pia­ci­men­to del Toro.
    Il sen­so glo­ba­le di que­sta vi­sio­ne è evi­den­zia­to an­che dal­la figura lineare sottostante
  • Ad un li­vel­lo in­ter­me­dio si pas­sa alla co­lon­na di Net­tu­no, che pre­sen­ta ca­rat­te­re mobile. Con il con­cor­so e pa­ral­le­la­mente al­l'ap­pa­ra­to re­spi­ra­to­rio di Ge­mel­li, che in­ca­mera os­si­ge­no per la com­bu­stio­ne, il cibo pas­sa allo sto­ma­co (Can­cro = Luna) per vie­ne ela­bo­ra­to gra­zie al­l'azio­ne epa­ti­ca di Gio­ve ed as­si­mi­la­to allo sta­dio di Mer­cu­rio in Ver­gi­ne.
    Qua­le tra­guar­do del­le fun­zio­ni in­te­sti­na­li, Ver­gi­ne si pro­po­ne an­cor me­glio al­l'esal­ta­zio­ne di Mar­te-Scor­pio­ne, tan­topiù che Mar­te go­ver­na an­che al­cu­ni aspet­ti del san­gue. Tut­to ciò, strin­gen­do la fo­ca­le, gra­zie alla in­stan­ca­bi­le azio­ne del cu­o­re, Sole e cen­tra­le ope­ra­ti­va del cor­po.
  • Ed ec­co­ci alla ter­za co­lon­na, la fis­si­tà, di Sa­tur­no-Luna, che sta ad in­di­ca­re l'in­gres­so con la mas­si­ma par­te­ci­pa­zio­ne co­sti­tu­i­ta dal­la Luna nel­l'in­fan­zia ed il di­stac­co vo­lu­to da Sa­tur­no con il con­se­gui­men­to del­la vec­chia­ia, che con­du­ce al­l'in­con­di­zio­na­ta di­par­ti­ta dal mon­do del­la ma­te­ria, ove l'usci­ta è sot­to l'egi­da di Ura­no.

  • Plu­to­ne go­ver­na l'Arie­te come pia­ne­ta diur­no; men­tre il Mar­te (se­gno ) pas­sio­na­le, ag­gres­si­vo fino ad au­to­di­strug­ger­si as­se­con­da prin­ci­palmente lo Scor­pio­ne, che è not­tur­no e da cui trae l'istin­to, in Arie­te è sog­get­to alla spin­ta ini­zia­ti­va di Plu­to­ne, che lo ren­de in­tra­pren­den­te, ar­di­men­to­so, au­to­affermante, in­tol­le­ran­te etc.. Se si con­si­de­ra Plu­to­ne come l'ele­men­to or­bi­tan­te più ester­no, che tut­to con­tie­ne e dun­que la for­za pro­pul­si­va ori­gi­na­ria ecco che la sua sede na­tu­ra­le è pro­prio là dove il ci­clo con­clu­so ri­co­min­cia, men­tre la sede in Scor­pio­ne gli è se­con­da, an­che se il re­gno del­la ma­te­ria­li­tà e nel con­tem­po del­la sua ne­ga­zio­ne glie la evi­den­zia. È ini­zia­to­re di ogni cosa; non­di­me­no ri­tro­via­mo l'ini­zio an­che nel­la fun­zio­ne del Se­gno le­ga­ta alla ses­sua­li­tà qua­le fat­to ge­ne­ra­ti­vo, non­ché alla dote ri-ge­ne­ra­ti­va del­la fe­ni­ce, che ri­sor­ge pe­ren­ne­men­te dal­le pro­prie ce­ne­ri.

    Due parole sullo Sport

    A ben ri­flet­te­re sul­la “pre­stan­za fi­si­ca” di Mar­te e la sua re­la­zio­ne con Plu­to­ne, non è dif­fi­ci­le sco­pri­re che nel­l'eser­ci­ta­re la pro­pria for­za fi­si­ca e vo­li­ti­va at­tra­ver­so l'al­le­na­men­to ed il su­pe­ra­men­to di con­ti­nue sfi­de (esem­pio pri­mo lo sport, ma non uni­co), in re­al­tà non si fa che ub­bi­di­re al­l'istin­to di sti­mo­la­re - più o meno con­scia­men­te - l'ac­ces­so alla sfe­ra più in­trin­se­ca del­la po­ten­zia­li­tà per­so­na­le, che per un at­ti­mo con­dur­rà a re­spi­ra­re quel­lo sta­to di im­pli­ci­to consegui­men­to ca­pa­ce di tra­sla­re l'ini­zia­le vo­lon­tà mar­ziana in una ben più ar­di­ta espres­sio­ne di po­te­re, quel­lo plu­to­nia­no, che ama af­fer­mar­si e rivelarsi come un campo energetico di vero so­pra­van­za­re del tut­to.
    Ciò si at­tua di gra­do in gra­do, for­zan­do quel mec­ca­ni­smo che ci con­sen­te di at­tin­ge­re in modo se­mi­na­sco­sto sia dal sem­pli­ce jog­ging o fo­o­ting quo­ti­dia­no, che dal­l'esercizio al li­mi­te del­le no­stre ri­sor­se fi­sio­lo­gi­che, solle­ci­ta­te ad un con­ti­nuo am­plia­men­to; e sa­reb­be di per sé ben più im­por­tan­te e si­gni­fi­can­te dei mez­zi di cui si ser­ve e dei loro con­se­gui­menti "sul ter­re­no".
    Lo stress con­na­tu­ra­to allo sfor­zo fa scat­ta­re il re­gi­stro di un'at­ten­zio­ne nor­mal­men­te so­pi­ta, ren­den­do­la na­tu­ra­le (di­mo­do­che il più del­le vol­te non ci ren­dia­mo nep­pu­re con­to del pas­sag­gio di sta­to).
    Perché “sarebbe”? quasi sempre la co­scien­za del­l'at­le­ta ri­ca­de su se stes­sa, res­tan­do trop­po pre­sa dal­le fi­na­li­tà im­me­dia­te ed ap­pa­ren­ti, qua­le la vit­to­ria in gara o lo stes­so tra­guar­do del­la mag­gior pre­stan­za per­so­na­le, quand'an­che non sia il sem­pli­ce man­te­ner­si in for­ma; così que­sto pro­ces­so non ma­tu­ra mai come po­treb­be se solo la di­re­zio­ne in­te­rio­re pre­va­les­se su quel­la este­rio­re; è solo in in­di­ce di quan­to spes­so si com­pie il bal­zo per vo­la­re, ma si con­ti­nua a guar­da­re sem­pre e sol­tan­to a ter­ra!
    Allo stes­so tem­po ser­ve a ren­der­si con­to dei ri­schi di “er­ro­re”, che si cor­ro­no in pre­sen­za di con­fi­gu­ra­zio­ni ne­ga­ti­ve!
  • Net­tu­no rap­pre­sen­ta "la ca­du­ta del­la bar­rie­ra in­di­vi­dua­le", dal­la fede al­l'ac­ces­so alla spi­ri­tua­li­tà, even­tual­men­te al mi­sti­ci­smo: qua­le mi­glior sede dei Pe­sci, che se­gna­no la con­clu­sio­ne, o la fine del cer­chio vi­ta­le che de­fi­ni­sce l'in­di­vi­duo? An­che il Sa­git­ta­rio pun­ta la frec­cia del pro­prio fu­o­co al di là del suo con­fi­ne, ma si trat­ta di un pri­mo sta­dio, di slan­cio del­l'ego gio­via­no che si inol­tra ver­so nu­o­vi oriz­zon­ti e tut­ta­via inol­trar­si non è an­co­ra fon­der­si; cer­to un su­pe­ra­men­to dei li­mi­ti at­tua­li, ma la pro­ie­zio­ne dei pro­pri im­pul­si ed in­te­res­si ver­so l'este­ro o il fu­tu­ro non co­sti­tu­i­sce an­co­ra l'ab­bat­ti­men­to del­le pro­prie mura per una me­ta­mor­fo­si in­te­gra­le, in chia­ve di osmo­si con il mon­do: come l'im­mer­sio­ne to­ta­le dei Pe­sci. In Sa­git­ta­rio quin­di Net­tu­no è pas­si­vo in tut­ti i sen­si; ispi­ra, ma la­scia Gio­ve di­ri­ge­re l'or­che­stra.

    Del re­sto non mi pare in di­scus­sio­ne il fat­to che la na­tu­ra pre­ci­pua di Plu­to­ne sia di Fu­o­co, lad­do­ve quel­la di Net­tu­no è di Ac­qua, a con­fer­ma del­le sud­det­te at­tri­bu­zio­ni pri­ma­rie.

  • Re­sta­no quin­di Aria e Ter­ra: ed in am­bi­to di que­st'ana­li­si, pos­sia­mo in­tu­i­re che l'ele­men­to Ter­ra sia­mo noi, la cre­ta da mo­del­la­re. Non si nu­tro­no dub­bi sul­la col­lo­ca­zio­ne di Ura­no nel­l'Aqua­rio, polo del­la scien­za ap­pli­ca­ta e del pro­gres­so; ma l'ario­so Se­gno è (o do­vreb­be es­se­re!) an­che dar­si, ope­ra­re per agli al­tri ri­nun­cian­do al­l'ego, sa­cri­fi­cio pro­prio del ca­rat­te­re in­te­rio­re sa­tur­nia­no, che a sua vol­ta ne è reg­gen­te nel ver­san­te quo­ti­dia­no e ter­re­no.
Se so­vrap­po­nia­mo lo sche­ma so­pra­stan­te al dia­gram­ma del­la per­so­na­li­tà qui di se­gui­to, già com­men­ta­to al cap. Case, pos­sia­mo co­glie­re come dal­l'in­ti­mi­tà del nu­cleo co­sti­tu­i­to da Sole-Luna l'in­di­vi­dua­li­tà, ge­ne­ra­ta dal­la ma­dre Ter­ra, si espanda ver­so le ac­qui­si­zio­ni pri­ma (Mer­cu­rio-Ve­ne­re, vol­gen­dosi al­l'Io) e le at­tua­zio­ni poi (Mar­te-Gio­ve, vol­gen­dosi agli al­tri), per ascen­de­re in­fi­ne alla ma­tu­ri­tà nel­la re­a­liz­za­zio­ne del sé e del­le pro­prie ope­re (Sa­tur­no-); di poi al su­pe­ra­men­to del­l'ego (-Ura­no), qua­lo­ra la co­scien­za si vol­ga nu­o­va­men­te ver­so l'in­ter­no at­tra­ver­so le vie ini­zia­tiche.

La li­nea di Chi­ro­ne (tra Ura­no e Sa­tur­no), pre­sun­to Aste­ro­i­de sco­per­to nel 1977, che de­scri­ve un'or­bi­ta ec­cen­tri­ca tra Sa­tur­no e Ura­no mol­to si­mi­le a quel­la di una co­me­ta, si av­vi­ci­na mol­tis­si­mo ai due Pia­ne­ti dei qua­li in qual­che modo de­marca la fun­zio­ne; la sua rot­ta si con­fi­gu­ra come una so­glia che ha a che ve­de­re, come di­ver­se re­la­zio­ni di espe­rien­ze vis­su­te pa­io­no con­fer­ma­re, con fe­no­me­no­logie con­nes­se alla me­dia­ni­tà. Il suo ca­rat­te­re sem­bra in­di­ca­re un prin­ci­pio di mu­ta­zio­ne o de­ca­di­men­to di una co­me­ta. Pur con­si­de­ran­dolo di sup­por­to chia­ri­fi­ca­to­re in casi spe­cia­li, non ri­ten­go deb­ba es­se­re trat­ta­to come un ele­men­to del set­te­na­rio, ma anzi che la sua pre­sen­za nei dia­gram­mi per ora più che di ap­por­to pos­sa ri­ve­lar­si di in­gom­bro, di­stra­en­do dal­le cose che con­ta­no.


In una rap­pre­sen­ta­zio­ne ge­o­cen­tri­ca il sim­bo­lo di Ter­ra al cen­tro po­treb­be es­se­re so­sti­tu­i­to da quel­lo del Sole, che qui sta in fon­do sen­za pren­de­re par­te alla 'pa­ra­ta', es­sen­do­ne il cen­tro gra­vi­ta­zio­na­le.

Una cu­rio­si­tà emer­ge da que­sta raf­fi­gu­ra­zio­ne: se so­vrap­po­nia­mo il sim­bo­lo del Sole a quel­lo di Ter­ra, en­tram­bi al cen­tro, ed ap­pli­chiamo le due lune (cre­scen­te e ca­lan­te, ai due lati del brac­cio oriz­zon­ta­le del­l'ide­o­gram­ma di Ter­ra ecco ap­pa­ri­re il sim­bo­lo di Ura­no, pri­mo sta­dio del­la com­ple­tez­za nel qua­le si ri­flet­te Sa­tur­no, tet­to del set­te­na­rio in­di­vi­dua­le.


Il let­to­re at­ten­to avrà no­ta­to che i mag­gio­ri ri­fe­ri­men­ti e le in­di­ca­zio­ni for­ni­te in que­sto con­te­sto sono orien­ta­te, tran­ne qual­che ec­ce­zio­ne, al po­si­ti­vo.
Una sor­ta di na­tu­ra­le ot­ti­mi­smo e lo spa­zio esi­guo in­du­co­no que­sta scel­ta, con la cer­tez­za che cia­scu­no sa­prà ri­fe­rir­si al­l'oc­cor­ren­za al­l'al­tra fac­cia del­la me­da­glia ser­ven­do­si de­gli stes­si con­cet­ti espo­sti, po­i­ché, come non esi­ste un gior­no sen­za la not­te, così è d'ob­bli­go il suo con­tra­rio. Non di rado rie­sce più age­vo­le co­glie­re il lato oscu­ro di una con­fi­gu­ra­zio­ne ri­sa­len­do a quel che do­vreb­be rap­pre­sen­ta­re nel pro­fi­lo co­strut­ti­vo, per poi ro­ve­sciarne il si­gni­fi­ca­to se­con­do la re­la­zio­ne che si im­po­ne. Del re­sto si trat­ta solo di trac­ce, ben lon­ta­ne dal sod­di­sfa­re tut­te le esi­gen­ze e le pos­si­bi­li­tà, ma fi­na­liz­za­te ad in­stra­da­re il pro­ces­so ana­li­ti­co.
Nul­la po­trà mai es­se­re scrit­to in que­sto con­te­sto, che pos­sa con­si­de­rar­si de­fi­ni­ti­vo; di qui a qual­che nu­o­va ge­ne­ra­zio­ne ciò che è sta­to vi­sto fino ad ora, o il modo in cui è sta­to pro­po­sto, po­treb­be ri­sul­ta­re ina­dat­to al pen­sie­ro del mo­men­to.

  Influenze planetarie e Carattere

L'in­flu­en­za dei pia­ne­ti in­ve­ste tut­to l'arco del­la vita [uma­na], ri­ver­san­do­si pro­gres­si­va­men­te nei suoi vari sta­di at­tra­ver­so la ma­e­stran­za del­le sin­go­le com­po­nen­ti vi­bra­to­rie. Ma­tu­ran­do la strut­tu­ra vi­ta­le, esse si in­te­gra­no pro­gres­si­va­men­te nel­l'edi­fi­cio in­di­vi­dua­le fino a di­ve­ni­re par­te in­te­gran­te del suo ca­rat­te­re, con tut­te le pro­prie­tà e con­trad­di­zio­ni de­ri­van­ti dal­la loro po­si­zio­ne nel tema na­ta­le. Tali pre­ro­ga­ti­ve co­sti­tu­i­ran­no il ter­re­no sul qua­le agi­re e, non di rado, com­bat­te­re. Dal­la più ra­pi­da alla più len­ta, l'ap­por­to del­le Sfe­re co­pre tut­to l'arco del­l'esi­sten­za ma­te­ria­le, dal­l'in­fan­zia alla se­ni­li­tà at­ti­van­dosi se­con­do uno sche­ma che, seb­be­ne di­bat­tu­to [nei pe­rio­di di as­se­gna­zio­ne], pos­sia­mo sin­te­tiz­za­re in tre pas­si es­sen­zia­li, cia­scu­no dei qua­li at­tin­ge a tre com­po­nen­ti, per con­den­sa­re l'espe­rien­za vi­ta­le di ogni sin­go­lo. Le note che se­guo­no non sono cer­to in­te­se ad esa­u­ri­re l'ar­go­men­to, ma solo ad of­fri­re una trac­cia al pen­sie­ro; ove pos­si­bi­le, le de­scri­zio­ni non van­no let­te uni­ca­men­te in sen­so let­te­ra­le, ma an­che me­ta­fo­ri­co o ana­lo­gi­co. Ad es. l'ap­pe­ti­to di Mar­te non è ri­fe­ri­bi­le solo al cibo e l'os­sa­tu­ra rap­pre­sen­tata da Sa­tur­no non è sol­tan­to fi­sio­lo­gi­ca.
Il 1º sta­dio in­ve­ste
la PER­CE­ZIO­NE,
e con essa lo svi­lup­po del­la
SFE­RA SOG­GET­TI­VA.
esso è le­ga­to:
alla LUNA, che am­man­ta l'in­fan­zia di ri­cet­ti­vi­tà e pla­sma­bi­li­tà; so­gno e fan­ta­sia; istin­to e lu­ci­di­tà, per poi tra­dur­si in umo­re e sta­to d'ani­mo, sen­si­bi­li­tà, sen­ti­men­ti, im­ma­gi­na­zio­ne ed im­pul­so, sen­si­ti­vi­tà, ri­cet­ti­vi­tà, per­me­a­bi­li­tà, fe­con­di­tà etc.. Com­bi­na­ta ad ogni al­tra in­flu­en­za as­su­merà il più fer­ti­le ven­ta­glio di espres­sio­ni. Per tut­ta la vita rap­pre­sen­te­rà l'in­ti­mi­tà, sia del­l'uomo che del­la don­na.
se­gue MER­CU­RIO, che sti­mo­la l'ado­le­scen­za con l'ap­pren­di­men­to, la co­mu­ni­ca­zio­ne, l'in­te­rat­ti­vi­tà e lo scam­bio, quin­di il com­mer­cio, la trat­ta­ti­va e l'in­ter­me­dia­zio­ne. Il cor­re­re fre­ne­ti­co e la cu­rio­si­tà. Il dia­lo­go e la lo­gi­ca, da cui la men­ta­li­tà; l'im­por­tan­za del­l'in­for­ma­zio­ne, elo­quen­za. L'ec­ces­si­va mo­bi­li­tà del pen­sie­ro, quan­do male ac­com­pa­gna­ta, può vol­ger­si a si­mu­la­zio­ne dia­let­ti­ca, in­gan­no, men­zo­gna, rag­gi­ro.
in­fi­ne VE­NE­RE, ad ab­bel­li­re la gio­vi­nez­za, con l’ama­re spon­ta­neo, non mo­ti­va­to aper­to a ogni es­se­re, con­tat­to o espe­rien­za. L'ap­proc­cio, con la com­pli­ci­tà di Mer­cu­rio, il con­tat­to, l'ac­qui­si­zio­ne ed il gu­sto del­le cose, la sen­sua­li­tà per il cor­po, l'arte per la men­te. Ab­bel­li­men­to e ama­bi­li­tà.. Poi l'"amo­re" e non sol­tan­to "il pri­mo". Sen­si­bi­li­tà, ma a dif­fe­ren­za di quel­la lu­na­re dal ca­rat­te­re più cli­ni­co e pas­si­vo di fra­gi­li­tà, im­pres­sio­na­bi­li­tà, ma­ga­ri lu­na­ti­ca etc., qui si trat­ta di un agen­te at­ti­vo, ­\con­sa­pe­vo­le, re­spon­sa­bi­le: sen­si­bi­li­tà al bel­lo, al bu­o­no ed al non bu­o­no con le con­se­guen­ti pre­se di po­si­zio­ne. Pro­prio per que­sto, sot­to dis­so­nan­za può tra­dur­si in una re­a­zio­ne più ac­ce­sa e du­ra­tu­ra di quel­la lu­na­re.

Rag­giun­ta la mag­gio­re età, l'in­di­vi­duo si sen­te pa­dro­ne di sé - o ri­tie­ne di es­ser­lo - e si ac­cin­ge ad ef­fet­tua­re scel­te e pren­de­re de­ci­sio­ni. È l'af­fer­ma­zio­ne del­l'Io so­la­re. Il SOLE è l'es­se­re se stes­si, la si­cu­rez­za, la pa­dro­nan­za, la com­bi­na­zio­ne di tut­te le (pro­prie) for­ze.
È il cen­tro del si­ste­ma di­na­mi­co del­l'uomo ed il per­no che con­sen­te allo sta­dio di cre­sci­ta già de­scrit­to di ri­lettersi nel suc­ces­si­vo, e vi­ce­ver­sa. Un Sole af­flit­to reca una vena di in­suc­ces­so, fru­stra­zio­ne e man­ca­ta re­a­liz­za­zio­ne as­sai dif­fi­ci­le da ri­mu­o­ve­re.
Il 2º sta­dio in­ve­ste
la PER­SO­NA­LI­TÀ,
e con essa l'af­fer­mar­si del­la
SFE­RA ETI­CA
del sog­get­to, pre­sup­po­sti per la ma­tu­ra­zio­ne del­la pro­pria espe­rien­za. È il mo­men­to del­le re­go­le, quel­le fer­ree e pur sog­get­ti­ve di Mar­te, le nor­me equa­ni­mi e le­gi­sla­ti­ve di Gio­ve, quel­le di­sci­pli­na­ri di Sa­tur­no, che fan­no sem­pre 'qua­dra­re' i con­ti.
Il pri­mo ad espor­si è MAR­TE, ad af­fer­ma­re il sé adul­to con la sua in­tra­pren­den­za, con com­bat­ti­vi­tà e de­ter­mi­na­zio­ne. In­sie­me a Ve­ne­re esso dà for­ma alla sfe­ra ses­sua­le nel­l'in­di­vi­duo: ne rap­pre­sen­ta il lato ma­schi­le, ve­e­men­te, in­fiam­ma­bi­le, pre­da­to­re che si com­bi­na al­l'ac­co­glien­te sen­sua­li­tà fem­mi­ni­le di Ve­ne­re ta­u­ri­na ed ai sen­ti­men­ti che essa nu­tre dal suo tro­no di Bi­lan­cia. Con­tra­ria­men­te al­l'ama­bi­le di­sin­te­res­se di Ve­ne­re, Mar­te ca­val­ca un'ide­o­lo­gia, ha bi­so­gno di cose in cui cre­de­re, di con­vin­zio­ne; al­lo­ra gli sono pro­prie la vi­ri­li­tà ed il co­rag­gio; dal­lo sport alle azio­ni ri­schio­se, sen­za esclu­sio­ne di col­pi di te­sta; alla chi­rur­gia che as­so­cia i fer­ri e la cu­rio­si­tà in­tra­pren­den­te di Arie­te alla spie­ta­ta au­to­cri­ti­ca sa­cri­fi­ca­le di Scor­pio­ne. Ma l'ec­ces­so nel cre­de­re in se stes­so, o il ri­get­to ver­so ciò che non ama por­ta agli estre­mi, come l'or­go­glio esa­spe­ra­to, l'ira­sci­bi­li­tà e la vio­len­za. L'ag­gres­si­vi­tà e l'arte guer­re­sca ne sono il ri­svol­to eti­co, tal­vol­ta ero­i­co, ma so­prat­tut­to no­ci­vo; se una Ve­ne­re lesa por­ta ri­sen­ti­men­to, Mar­te of­fe­so ap­proda al­l'odio ac­ce­can­te.
con la ma­tu­ri­tà è l'ora di GIO­VE, che dal suo tro­no di so­cia­li­tà e re­a­liz­za­zio­ne di­spen­sa sod­di­sfa­zio­ne, espan­sio­ne, ri­co­no­sci­menti. Il gu­sto ap­pa­ga­to del vi­ve­re; ma­gni­fi­cen­za, agi­a­tez­za, in ec­ces­so opu­len­za. È so­cia­li­tà e giu­sti­zia; giu­di­zio ed equi­tà, di­plo­ma­zia col fa­vo­re di Mer­cu­rio, o la pra­ti­ca del­la Leg­ge se ispi­ra­to da Net­tu­no o al­tro.
Di­sa­gi su­bi­ti e­/o osten­ta­zio­ne, ipo­cri­sia, con­giu­ra ed al­tro al ne­ga­ti­vo, come la spe­cu­la­zio­ne, uno dei ve­le­ni co­stan­ti e più per­ni­cio­si nel con­di­zio­na­re ogni ar­bi­trio a me­mo­ria d'uomo.
in­fi­ne SA­TUR­NO, a cose com­piu­te. Ta­ci­tur­no, ri­ser­va­to, se Gio­ve è Giu­di­zio, esso è la Sen­ten­za; se Gio­ve è pie­nez­za, esso è con­ti­nen­za.
È la se­ni­li­tà con­se­gui­ta, la con­tra­zio­ne e l'in­vec­chia­men­to ine­vi­ta­bi­le del­le fi­bre in cui si con­cen­tra la me­mo­ria del­le espe­rien­ze se­di­men­tate.
Nel cor­so del­la vita la sua for­za si è tra­dot­ta in ri­go­ro­si­tà, re­spon­sa­bi­li­tà, ocu­la­tez­za, con­trol­lo o ri­nun­cia, con­cen­tra­zio­ne, re­si­sten­za o au­to­ri­tà. So­li­tu­di­ne. Scien­za e ri­cer­ca. In po­si­ti­vo è sta­bi­li­tà e si­cu­rez­za, se il tema lo in­di­ca af­fer­ma­zio­ne in età avan­za­ta; in ne­ga­ti­vo è pri­va­zio­ne, re­stri­zio­ne; le ri­stret­tez­ze a cui si è sot­to­po­sti, in re­la­zio­ne ai Cam­pi che at­tra­ver­sa; la fal­ce che sfron­da; il fred­do, non solo in­te­rio­re.

Dob­bia­mo ren­derci con­to che abi­tual­men­te qua­li­tà e pre­ro­ga­ti­ve de­gli in­flus­si pla­ne­ta­ri ven­go­no de­fi­ni­te dal pun­to di vi­sta del­la con­ve­nien­za uma­na; ra­ra­men­te da quelllo ben più ap­pro­pria­to del­l'eco­no­mia evo­lu­ti­va. Così ad es. l'ef­fi­ca­cia ri­dut­ti­va e ad un tem­po raf­for­za­ti­va di un Sa­tur­no vie­ne con­si­de­ra­ta fru­stran­te, quan­d'an­che non nefasta. In ve­ri­tà, l'azio­ne co­er­ci­ti­va che esso esple­ta a di­spet­to di cer­te pre­fe­ren­ze in­di­vi­dua­li ha fun­zio­ne di ri­sa­na­men­to e ri­pri­sti­no di un equi­li­brio, or­mai com­pro­mes­so da de­via­zio­ni di qual­si­vo­glia ca­te­go­ria. Non­di­me­no, sono rari co­lo­ro che con­si­de­ra­no la ma­lat­tia come la sola via di sal­vez­za dai dan­ni che pos­sia­mo aver ac­cu­mu­la­to con una con­dot­ta in­co­scien­te, ma­ga­ri in­vo­lon­ta­ria; che se poi è vo­lon­ta­ria, al­lo­ra in­ter­vie­ne il prin­ci­pio di ca­u­sa-ef­fet­to, non im­por­ta in qua­le in­car­na­zio­ne.
In Na­tu­ra nien­te è di per sé de­pre­ca­bi­le: per­si­no l'eser­ci­zio di­strut­ti­vo di Plu­to­ne ha una fun­zio­ne edi­fi­can­te nel tra­sfor­mar­si del Tut­to; ba­sta pen­sa­re a come il con­ci­me ser­va ad ali­men­ta­re nu­o­vo cibo.
Sfrut­tar­ne la spin­ta per fab­bri­ca­re ed usa­re bom­be ato­mi­che e ve­le­ni di ogni sor­ta è solo frut­to del no­stro li­be­ro ar­bi­trio, con tut­to quel che ne con­se­gue.
La stes­sa mor­te è af­fa­re di Sa­tur­no e non v'è cosa più cer­ta e vi­ci­na alla vita. Si trat­ta di sce­glie­re se pre­fe­riamo tac­ciarla di ma­le­fi­cio, va­gheg­gian­do scon­giu­ri per esor­ciz­za­re la Si­gno­ra del Tem­po, o pren­der co­scien­za che la no­stra di­men­sio­ne fi­si­ca, la ma­te­ria che ci ospi­ta, non è che una pro­ie­zio­ne tran­si­to­ria e par­zia­le del no­stro Es­se­re in­di­strut­ti­bi­le e non può du­ra­re in eter­no come la sua fon­te. In al­tri ter­mi­ni, se è le­ci­to in­qua­dra­re l'Uma­no a se­con­da del­le po­si­zio­ni del­le Sfe­re che lo at­tor­nia­no, non lo è in­qua­dra­re i Pia­ne­ti in base alla con­dot­ta ed alle scel­te di chi ne fil­tra e po­la­riz­za le com­po­nen­ti. Pur di in­col­pa­re al­tri, sa­rem­mo pron­ti a ri­nun­cia­re alla no­stra li­ber­tà eter­na, che sta alla base di tut­to quel che suc­ce­de.

Non di­men­ti­chiamo che det­te sfe­re ruo­ta­no e gra­vi­ta­no in un in­sie­me di equi­li­bri nel tem­po e nel­lo spa­zio, di tale inef­fa­bi­le ar­mo­nia, di cui con tut­to il no­stro sa­pe­re non sa­prem­mo ri­pro­dur­re nep­pu­re una mi­lio­ne­si­ma par­te, che solo un'In­tel­li­gen­za Ec­cel­sa po­te­va ema­na­re tut­to in­sie­me. Pro­va a spin­ge­re l'im­ma­gi­na­zio­ne per un istan­te ad ab­brac­cia­re tut­to que­sto fino a dove può ar­ri­va­re e am­met­terai che l'idea di "ca­sua­li­tà" po­te­va fio­ri­re solo nel re­ces­so più in­col­to del­la no­stra men­te; non fos­se al­tro, per come sa­reb­be riu­sci­to a por­re or­di­ne in quel­lo che un istan­te pri­ma era solo "caos". Ep­pu­re si con­ti­nua a tac­cia­re al­cu­ni cor­pi ce­le­sti di mal­va­gi­tà, per­ché nel cor­so del­la no­stra in­car­na­zio­ne ac­ca­dono cose [di cui non vo­glia­mo as­su­merci al­cun me­ri­to e] che non sia­mo ca­pa­ci di cam­bia­re.
È vero, ac­ca­dono pure fat­ti che non ab­bia­mo pro­vo­ca­to di­ret­ta­men­te e che [oggi] non sap­pia­mo spie­ga­re, ma que­sto non au­to­riz­za a far­ne­ti­ca­re.
Come le lan­cet­te di un Oro­lo­gio, le sfe­re ce­le­sti se­gna­no il tem­po di cia­scu­no, ma gli ap­pun­ta­men­ti li ave­va­mo noi e la sola cosa sen­sa­ta da fare è ado­pe­rar­si per trar­ne il me­glio. Il fu­tu­ro ha le ra­di­ci nel pas­sa­to ed il pas­sa­to non è che pre­sen­te già vis­su­to.
E il “pre­sen­te”, del qua­le tut­te le fi­lo­so­fie spar­lano, per­ché dura un at­ti­mo fug­gen­te e dun­que non of­fre con­si­sten­za al­cu­na? per come la vedo tutt'a un trat­to, po­treb­be co­sti­tu­i­re un var­co per l'eter­ni­tà! me­di­ta­re sul­la sua sua con­ti­nu­i­tà può par­ti­re dal­la pre­sen­za qui ed ora, per di­la­tar­si fino alla com­ple­ta pre­sen­za… a se stes­si, sen­za so­lu­zio­ne di con­ti­nu­i­tà. Uno stargate tra noi ed il sem­pre!
Con tut­to que­sto non si vu­o­le esclu­de­re la la­ten­za di for­ze ne­ga­ti­ve di por­ta­ta inim­ma­gi­na­bi­le nei li­vel­li più bas­si del re­ti­co­lo del­l'esi­sten­te, pron­te ed in gra­do di in­si­nuar­si nel­la sfe­ra uma­na - e non solo in quel­la - at­tra­ver­so i mol­te­pli­ci pas­sag­gi pre­di­spo­sti da vi­bra­zio­ni di­sto­niche, an­cor­ché ne­ces­sa­rie al­l'evo­lu­zio­ne, al solo sco­po di ali­men­ta­re in­ten­ti e po­la­riz­za­re il com­por­ta­men­to de­gli in­di­vi­dui ver­so at­teg­gia­menti di ri­bel­lio­ne, di per­ver­so ego­i­smo e, ove pos­si­bi­le, di di­stru­zio­ne.
I mo­vi­men­ti pla­ne­ta­ri e le re­la­zio­ni di­na­mi­che in av­vi­cen­da­men­to, in­di­ciz­zano le une come le al­tre, la­scian­do cia­scu­no pa­dro­ne del­le pro­prie di­ret­ti­ve, ma an­che ber­sa­glio del­le loro con­se­guen­ze.


Si com­ple­ta così il set­te­na­rio in­di­vi­dua­le, suf­fi­cien­te al­l'Astro­lo­gia clas­si­ca per in­da­ga­re ed in­qua­dra­re la co­sti­tu­zio­ne uma­na nei suoi aspet­ti bio­lo­gi­ci e fun­zio­na­li, che vede da un lato tre ele­men­ti in­ter­ni al­l'or­bi­ta ter­re­stre e dal­l'al­tro tre ester­ni, dal­la Luna o pri­mo istin­to a Sa­tur­no, che rap­pre­sen­ta il tet­to del­la con­sa­pe­vo­lez­za ra­zio­na­le. A se­pa­rar­li è la Ter­ra, vi­sta in un si­ste­ma elio­cen­tri­co, o il Sole, se si raf­fron­ta il loro pe­rio­do di ri­vo­lu­zio­ne al­l'anno So­la­re.

Sono que­sti i set­te pi­la­stri del­la strut­tu­ra in­car­na­ta, le 7 note del­lo spar­ti­to vi­ta­le (cfr. nota sui chakra) ed è fa­ti­ca spre­cata che qual­che astro­no­mo si sbracci tan­to per sman­tel­la­re le fon­da­men­ta del­l'Astro­lo­gia alla luce del­le sco­per­te pla­ne­ta­rie del­l'ul­ti­mo se­co­lo, pa­ven­tan­do la mag­gior dif­fu­sio­ne di una co­no­scen­za plu­ri­mil­le­na­ria. È suf­fi­cien­te con­sul­ta­re qua­lun­que en­ci­clo­pe­dia per ve­ri­fi­ca­re il li­vel­lo co­gni­ti­vo di un Ip­par­co di Ni­cea (II sec. a.C.), che non è qui lo spa­zio di enu­me­ra­re, ma che già rese nota la for­mu­la­zio­ne di Pre­ces­sio­ne de­gli Equi­no­zi as­sai pri­ma che la mo­der­na Astro­no­mia pren­des­se for­ma e ne pre­ten­desse l'esclu­si­va, per ri­vol­tarla poi con­tro la di­sci­pli­na ma­dre.
La luce 'bian­ca' è com­po­sta da uno spet­tro di co­lo­ri con­si­de­ra­ti pri­ma in nu­me­ro di 7, ora 6 (più la luce stes­sa: Do­me­ni­ca, il 7º gior­no, dal la­ti­no 'dies do­mi­ni­ca' cioè: gior­no del Si­gno­re è il gior­no del Sole, pur con un nome di­ver­si­fi­ca­to dal­la tra­di­zio­ne cri­stia­na... "e la luce fu", se­gui­to ai 6 gior­ni di la­vo­ri in­te­sta­ti ai Pia­ne­ti del set­te­na­rio), co­lo­ri det­ti fon­da­men­ta­li per­ché vi­si­bi­li, a cui nul­la to­glie l'esi­sten­za di li­vel­li di ir­rag­gia­men­to ester­ni alla ban­da e re­la­ti­ve fe­no­me­no­logie elet­tro­ma­gne­tiche ed al­tro an­co­ra; né la sco­per­ta di in­fra­su­o­ni ed ul­tra­su­o­ni ha mai im­pe­di­to allo spar­ti­to clas­si­co di svol­ge­re il suo ruo­lo mu­si­ca­le; le ar­mo­ni­che ven­go­no da sé. Sor­pren­de una sif­fat­ta in­ge­nu­i­tà - o vo­lu­ta di­sin­for­ma­zio­ne? - in am­bi­to scien­ti­fi­co; for­se sfug­ge loro l'in­ti­ma con­nes­sio­ne fra Cre­a­to e cre­a­tu­re vi­ven­ti? Sem­mai i pro­ble­mi ri­guar­do al­l'Astro­lo­gia sono al­tri, con­nes­si pro­prio alla non uf­fi­cia­li­tà del­le sue basi ed alla ge­stio­ne in­di­sci­pli­nata che ne con­se­gue.
(UNI­VER­SI­TÀ DE­GLI STU­DI DI PA­LER­MO:) «La sco­per­ta de­gli ar­mo­ni­ci ri­sa­le al <…> gre­co Pi­ta­go­ra, il qua­le potè di­mo­stra­re che una cor­da non vi­bra solo se­con­do tut­ta la sua lun­ghez­za, ma an­che se­con­do sot­to­mul­tipli di essa, vale a dire la sua metà, la sua ter­za par­te, la sua quar­ta par­te, e così via, in base alla na­tu­ra del ma­te­ria­le di cui è fat­ta. <…>.
Il su­o­no nel suo in­sie­me è quin­di pa­ra­go­na­bi­le ad un mi­nu­sco­lo si­ste­ma so­la­re, in cui il cen­tro è co­sti­tu­i­to dal su­o­no fon­da­men­ta­le, men­tre i vari pia­ne­ti che gli gra­vi­ta­no in­tor­no a di­stan­ze fis­se sono i su­o­ni ar­mo­ni­ci.».
Ora, se l'umo­re di una per­so­na può di­pen­de­re cli­ni­ca­men­te par­lan­do dal­l'an­da­men­to del­la sta­gio­ne, non si vede per­ché la com­pa­gi­ne in­di­vi­dua­le non pos­sa ri­sen­ti­re in tut­ti i ter­mi­ni del suo svi­lup­po di uno sta­to di ri­so­nan­za con fre­quen­ze an­cor più ba­si­la­ri, emes­se da or­ga­ni co­sti­tu­en­ti il si­ste­ma di cui essa stes­sa è par­te vi­ven­te.
Oc­cor­re solo ap­pu­ra­re di qua­le sia la con­fi­gu­ra­zio­ne di ri­so­nan­za - qui esa­mi­na­ta at­tra­ver­so gli Aspet­ti - di caso in caso. Chi tie­ne a che tut­to que­sto non sia di­vul­ga­to?

Oggi, ri­spet­to ai se­co­li tra­scor­si, gli astro­lo­gi in par­ti­co­la­re sco­pro­no di ave­re una mar­cia in più a di­spo­si­zio­ne: la sco­per­ta di tre pia­ne­ti len­ti è in sin­to­nia con un al­lar­ga­men­to de­gli oriz­zon­ti co­gni­tivi, che spin­go­no sem­pre più ra­pi­da­men­te l'uomo ver­so la pre­sa di co­scien­za di va­lo­ri di or­di­ne su­pe­rio­re. Su­pe­rio­re a che cosa? al vi­ve­re di ma­te­ria­li­tà e di sola ma­te­ria, ove lo 'spi­ri­to' era ri­te­nu­to come qual­co­sa di cui ap­pa­ga­re la sen­si­bi­li­tà o di­fen­de­re dal­l'igno­to, men­tre si sta fa­cen­do lar­go la con­sa­pe­vo­lez­za che la re­al­tà spi­ri­tua­le è ener­gia, co­scien­za e co­no­scen­za ad un tem­po e che l'in­di­strut­ti­bi­li­tà del­la com­pa­gi­ne spi­ri­tua­le di cia­scu­no di noi è un dato di fat­to, sen­za bi­so­gno di far­ci en­tra­re fi­lo­so­fia, scien­za, re­li­gio­ne. Con la nu­o­va era che si sta af­fac­cian­do come di col­po - seb­be­ne pre­an­nun­ciata a gran voce da se­co­li - l'uomo si sta pre­pa­ran­do, o abi­tuan­do a spin­ge­re lo sguar­do 'ol­tre i con­fi­ni', che poi non sono al­tro che i limti del­l'egoper

La com­par­sa dei pia­ne­ti len­ti spa­lan­ca una nu­o­va vi­sio­ne non solo al­l'astro­lo­gia, ma alla con­ce­zio­ne stes­sa del­la vita: i 'tre gran­di', per la loro len­tez­za, go­ver­na­no piut­to­sto i pe­rio­di sto­ri­ci ed in­te­re ge­ne­ra­zio­ni che non una fase del­la sin­go­la esi­sten­za; tut­ta­via la loro na­tu­ra ed in­flu­en­za, da co­pio­se ana­li­si sia sto­ri­che che ad per­so­nam, sem­bra aver a che fare con gli aspet­ti sot­ter­ra­nei ed oc­cul­ti del­l'in­di­vi­duo più d'ogni al­tro ele­men­to del set­te­na­rio. Dal­la stra­or­di­na­ria ca­pa­ci­tà Ura­nia­na alla di­la­ta­zio­ne del­le com­po­nen­ti sen­si­ti­ve da par­te di Net­tu­no alla for­za pri­mi­ge­nia di Plu­to­ne, tut­to con­du­ce al di là dei li­mi­ti del­la per­so­na fi­si­ca, per ab­brac­cia­re ove pos­si­bi­le espe­rien­ze in gra­do di tra­spor­tar­lo mol­to lon­ta­no; e con que­sto in­ten­do mol­to in alto, op­pu­re mol­to in bas­so.

I tre pianeti trans-saturniani, veicolano nel sistema so­lare i Fattori primi della creazione; riflettono il princi­pio della Trinità, che è alla base di ogni conoscenza esoterica. La diffusa tendenza ad esaltarne i lati oscuri non può quindi che derivare dallo stadio evolutivo estremamente critico in cui si dibatte l'essere umano da qualche migliaio di anni a questa parte.
La scoperta di Plutone ad esempio (1930), mitologico “padre delle ricchezze”, è concomitante alla scoperta della fissione nucleare (confermata sperimentalmente il 13 gennaio 1939, con un Giove in grado distruttivo 3°03 di Pesci), il che volge l'osservatore alla naturale sin­cronicità tra il coadiutore simbolico e gli eventi.
L'atomo tuttavia è e rimane la base costitutiva dell'esi­stente nel piano materiale (degli altri piani a loro volta, con differenti tipi di atomo, quale unità elementare in­divisibile; non dimentichiamo che Democrito è il padre del ter­mi­ne àtomos come ag­get­ti­vo ossia una qua­li­tà, che la cultura non iniziatica e strumentalista ha poi tra­sfor­ma­to in so­stan­ti­vo) e dunque non va identificato con la speculazione conseguente al farlo esplodere.
Dio dei regni infernali, come pure delle cave e delle miniere, nei tempi antichi Plutone era concepito co­me un potere cieco e sotterraneo, che distribuiva la ricchezza senza discernimento, ma venne anche asso­ciato alle forze benefiche che dalle viscere della terra dispen­sano agli uomini la prosperità, dalle gemme nascoste nel suo ventre, come i minerali preziosi, alle messi dorate che lo alimentano; è giunto alla nostra attenzione con il Sole tra Cancro e Leone.
Era ritenuto inflessibile e spietato ma non crudele; vano implorarlo ed offrirgli dei sacrifici, come si addice ad un fattore al di sopra di ogni cosa creata.
I risvolti di queste immagini sono vari e degni di nota.
I termini stessi di eredità o lascito, connessi al segno di Scorpione, suo dominio notturno, discendono pur sempre da una morte, o dalla frammentazione di una proprietà.

  Lo sche­ma, che stia­mo per com­ple­ta­re, si può rap­pre­sen­ta­re con il dia­gram­ma del­la fi­gu­ra a lato.

  In­flu­en­ze pla­ne­ta­rie e De­sti­no

Due cose è es­sen­zia­le com­pren­de­re in que­sto con­te­sto: quei 3 pia­ne­ti, nel­l'ot­ti­ca del­lo scri­ven­te, so­vrin­ten­do­no ed in­di­ca­no il de­sti­no di ognu­no, uni­ver­sal­men­te chia­ma­to 'kar­ma' e lo fan­no in due modi:
  1. at­tra­ver­so il fil­tro del­la Casa che oc­cu­pa­no sul te­ma na­ta­le, stret­ta­men­te di­pen­den­te dal­l'ora di na­sci­ta e dun­que as­sai più per­so­na­le del­la pre­sen­za in un Se­gno in cui sog­giorneranno per anni;
  2. ri­ver­san­do la loro in­flu­en­za sul­l'azio­ne del pia­ne­ta (sfe­ra Eti­ca) co­a­bi­tante il loro Do­mi­ci­lio, tra­mi­te la cui azio­ne rag­giun­go­no ra­pi­da­men­te ed espli­ci­ta­men­te lo sco­po nel­la re­al­tà quo­ti­dia­na.
An­che il gra­do zo­dia­ca­le e l'even­tua­le sta­to di Re­tro­gra­da­zio­ne sono si­gni­fi­ca­tivi in tale sen­so,
ma ciò si applica egualmente agli al­tri Pia­ne­ti .
Ve­dia­mo in pri­ma istan­za che cosa ci in­se­gna­no. L'ar­go­men­to si tro­va ul­te­rior­men­te svi­lup­pa­to in un'ap­po­si­ta se­zio­ne, de­di­ca­ta ai 3 Pianeti lenti e, come per tut­ti gli al­tri, pres­so ogni pa­gi­na de­di­ca­ta al sin­go­lo Pia­ne­ta.

Il 3º sta­dio in­ve­ste la sfe­ra del
SU­PER-IO,
e con que­sto il pro­gre­di­re del­la
EVO­LU­ZIO­NE
del sog­get­to, os­sia di ciò che è stret­ta­men­te con­nes­so con le ra­gio­ni del­la sua espe­rien­za vi­ta­le, o in­car­na­zio­ne.
Il più vi­ci­no al più avan­za­to sta­to di co­scien­za è URA­NO, che di­ri­ge le azio­ni nel­l'arco del­la vita con una sor­ta di ef­fi­cien­za in­con­di­zio­na­ta fil­tra­ta dal­le pre­ro­ga­ti­ve e dai li­mi­ti del­la fa­scia tem­po­ra­le o del sog­get­to. Vi­sto dal lato di Sa­tur­no, si di­reb­be vo­ler spez­za­re le ca­te­ne del set­te­na­rio. Guar­dia­no del­la tra­scen­den­za, è in ef­fet­ti il polo del­l'in­di­pen­den­za, del­l'uni­ci­tà e del­la li­ber­tà più pro­fon­da e sen­ti­ta; se tro­va spa­zio è in­no­va­ti­vo, op­pu­re è in­tol­le­ran­te o ri­bel­le ai li­mi­ti im­po­sti; o estre­mi­sta o guer­ra­fon­da­io. Con l'av­ven­to di elet­tri­ci­tà ed elet­tro­ni­ca, por­ta avan­ti le ap­pli­ca­zioni tec­ni­che, l'abi­li­tà e la de­strez­za in ogni cam­po; ma pro­prio per­ché nul­la pare li­mi­tarlo, se i va­lo­ri a cui è cor­re­la­to non sono po­si­ti­vi, può scon­fi­na­re nel­le spe­cu­la­zio­ni tec­no­lo­gi­che più ar­di­te e pe­ri­co­lo­se, dal­l'in­du­zio­ne ge­ne­ti­ca ed eco­lo­gi­ca agli ar­ma­men­ti più avan­za­ti; ecco al­lo­ra la fal­ce di Sa­tur­no (il tran­ciante lu­na­re sot­to la cro­ce) as­su­me­re la va­len­za di una ci­ni­ca tur­bi­na (i tran­cianti di­ven­ta­no due bi­la­te­ra­li)...
Lo si do­vreb­be in­ve­ce po­ter in­ter­pre­ta­re come il vol­to so­la­re di Sa­tur­no.
Que­sto ri­svol­to, come l'esal­ta­zio­ne in Bi­lan­cia - che gli at­tri­bu­i­sco - è sot­to­li­ne­a­to dal ca­rat­te­re sim­me­tri­co e cen­tra­liz­zan­te del suo ide­o­gram­ma, che non di­scen­de uni­ca­men­te dal ca­pric­cio di un co­gno­me (Herschel).
Il suo lato po­si­ti­vo pre­lu­de alla lu­ci­di­tà di un im­pec­ca­bi­le equi­li­brio ope­ran­te, dote as­sai rara sul pia­no co­mu­ne, che pog­gia im­pre­scin­di­bil­men­te sul di­scer­ni­men­to ed il di­stac­co im­po­sti da Sa­tur­no, ba­sa­men­to e vet­ta del­la con­cen­tra­zio­ne nel­l'in­di­vi­duo.
Se è vero che la Ter­ra è ma­e­stra in Bi­lan­cia, come so­sten­go, Ura­no è in par­te em­ble­ma del no­stro fu­tu­ro.
Al di là del­l'im­por­tan­za per­so­na­le e del­l'af­fer­ma­zio­ne del sé è l'ispi­ra­zio­ne, che ci met­te in con­tat­to con l'As­so­lu­to, se­gnan­do la ca­du­ta dei con­fi­ni in­di­vi­dua­li; ma anche delle regole. È il pia­no di NET­TU­NO a rap­pre­sen­ta­re quel gran­de Ser­ba­to­io Co­smi­co per cui, in os­se­quio alla di­vi­ni­tà de­gli abis­si ma­ri­ni, por­ta al­l'im­mer­sio­ne to­ta­le ed allo scio­gli­men­to e su­pe­ra­men­to dei li­mi­ti del­l'ego; al ri­co­no­sci­men­to del­l'In­fi­ni­tà del­l'Es­se­re e ad una par­te­ci­pa­zio­ne al tut­to che sca­val­ca le mura di ogni sin­go­lo in­te­res­se. In chia­ve quo­ti­dia­na ri­guar­da l'am­bien­te di cui fac­cia­mo par­te, che ci ac­co­glie e con il qua­le ci iden­ti­fi­chiamo, nel con­scio e nel­l'in­con­scio. Por­ta alla fi­du­cia, nel­la sua più espres­sio­ne più pura e in­con­di­zio­na­ta; aspet­ti con­co­mi­tan­ti o la po­si­zio­ne in un tema spie­ga­no per­fet­ta­mente come pos­sa in ta­lu­ni casi es­se­re così cie­ca. Al ne­ga­ti­vo, può spro­fon­da­re dal­l'am­bi­gui­tà alla mi­sti­fi­ca­zio­ne, al tra­di­men­to a tut­ti i li­vel­li (la fede, o fi­du­cia ven­go­no ro­ve­scia­te o uc­ci­se), a tut­ti i cam­pi ove l'in­giu­sti­zia è ma­e­stra; nel­la dro­ga, nel­l'in­tos­si­ca­zio­ne, nel­l'ab­ban­do­no di ogni nor­ma e prin­ci­pio di equi­tà. La pro­fa­na­zio­ne ad esem­pio, qua­le pa­to­lo­gia net­tu­niana, non è che l'ab­bat­ti­men­to de­gli al­trui con­fi­ni.
L'«an-ne­ga­men­to» può non es­se­re solo sim­bo­li­co.
Per ul­ti­mo PLU­TO­NE, al limitare del­l'in­son­da­bi­le.
È il Po­te­re ne­ga­ti­vo solo in quan­to se­gna l'in­gres­so nel re­gno del­la ma­te­ria, di poi la for­za di­sgre­ga­ti­va e ge­ne­ra­ti­va che si al­ter­na sen­za pie­tà né so­sta.
Pri­mo ma­e­stro del kar­ma, av­vi­cen­da la mor­te, la ri­na­sci­ta e dun­que, per tut­ti gli es­se­ri do­ta­ti di pro­pria in­di­vi­dua­li­tà, la re­in­car­na­zio­ne.
Ne­gli sta­di in­ter­me­di può dun­que ma­ni­fe­sta­re sov­ver­sio­ne, ri­bel­lio­ne, av­ve­le­na­men­to e in­qui­na­men­to, pro­prie­tà che si li­be­ra­no sia ver­so la cor­po­re­i­tà che la men­te. Dal­la pu­tre­fa­zio­ne del­la so­stan­za or­ga­ni­ca alla fis­sio­ne nu­cle­a­re, alla pro­pul­sio­ne che ne vie­ne ed alla for­za ge­ne­ra­ti­va del­l'eco­si­ste­ma, che rin­no­va e si rin­no­va, ali­men­ta il ci­clo per­pe­tuo del fran­ger­si del­le onde sul­la riva del­la vita.
Esso si­gil­la l'in­fer­no e il pa­ra­di­so di ognu­no, due re­gni ai qua­li nes­sun mor­ta­le ha ac­ces­so di­ret­to, ma che sia­mo co­stret­ti a me­dia­re (sia ben chia­ro: per no­stra scel­ta). Nel quo­ti­dia­no è fon­te del­l'im­pul­so ses­sua­le, im­per­so­na­to da Mar­te; è la sor­gen­te pri­ma del­la cre­a­ti­vi­tà in­di­vi­dua­le, che gra­zie a Mar­te e Ve­ne­re ap­proda ad es. al co­or­di­na­men­to del­le im­pre­se, al­l'ar­chi­tet­tu­ra ed alle arti in ge­ne­re; è Vo­lon­tà pro­fon­da. La se­zio­ne Pianeti_lenti e le sin­go­le sche­de pla­ne­ta­rie ri­pren­dono gli ar­go­men­ti.
Se vi è tra­spor­to o de­sti­no per l'oc­cul­to, Ura­no in­ter­vie­ne sul pia­no ini­zia­ti­co, Net­tu­no a li­vel­lo sen­si­ti­vo, Plu­to­ne ope­ra­ti­vo.

Chi è con­vin­to che l'uomo nasca e viva per puro caso è sem­pli­ce­mente fu­o­ri di stra­da.

De­sti­no non si­gni­fi­ca che tut­to sia già scrit­to e pre­or­di­na­to, ma anzi che sia­mo noi a scri­ver­lo, cia­scu­no con le pro­prie azio­ni - og­get­to di li­be­ra scel­ta - ed im­man­ca­bi­li con­se­guen­ze; ogni vita è rac­col­to e se­mi­na in­sie­me ed è così che tut­to vie­ne po­sto in cro­na­ca una pa­gi­na dopo l'al­tra, con tut­ti gli ono­ri e gli one­ri che com­por­ta e da cui non è poi pos­si­bi­le eva­de­re. Tut­ta­via, an­che al­l'in­ter­no del­la si­tua­zio­ne più co­strit­ti­va, mes­sa in ope­ra da no­stra vo­lon­tà pre­gres­sa, o dal­la co­mu­ni­tà o dal­lo Sta­to in cui vi­via­mo - tut­ti sog­get­ti alle stes­se re­go­le evo­lu­ti­ve - una scel­ta l'ab­bia­mo sem­pre; ma si trat­ta di quel ver­so del­la me­da­glia che nes­su­no vor­reb­be co­no­sce­re in an­ti­ci­po (an­che se mol­ti di­chia­ra­no il con­tra­rio).
Le pro­por­zio­ni
I 9 pia­ne­ti in di­men­sio­ni pro­por­zio­nate;
in bas­so si in­trav­vede par­te di co­ro­na del­la mas­sa so­la­re. Per chi non ne fos­se edot­to, tut­ti i pia­ne­ti del­la fa­scia ester­na tran­ne Plu­to­ne non han­no con­si­sten­za roc­cio­sa ben­sì gas­so­sa, sor­ret­ta da un nu­cleo cen­tra­le so­li­do ri­ve­sti­to da un con­si­sten­te stra­to flu­i­do; non pre­sen­ta­no quin­di una su­per­fi­cie vera e pro­pria.

I 4 pia­ne­ti in­ter­ni: Mar­te, Ter­ra, Ve­ne­re e Mer­cu­rio in in­gran­di­men­to sca­la­re; pur es­sen­do l'im­ma­gi­ne di­spo­sta ver­ti­cal­men­te, i pia­ne­ti sono orien­ta­ti al Sole che, come nel­l'im­ma­gi­ne so­pra­stan­te, ri­sul­te­reb­be in bas­so. per­ciò il polo Nord è alla si­ni­stra del­la co­lon­na (no­ta­re ad es. la ca­lot­ta dei ghiac­ci che so­vra­sta Mar­te). Il co­lo­re in­fu­o­ca­to di Ve­ne­re ram­men­ta la sua vi­ci­nan­za al Sole.

Dal dia­gram­ma che ne ri­sul­ta emer­ge una re­go­la che me­ri­ta di es­se­re evi­den­ziata fin da ora (la si tro­va me­glio de­scrit­ta nel­l'estrat­to dal­l'AAP già ci­ta­to).
La di­spo­si­zio­ne dei cor­pi ce­le­sti or­mai noti, or­di­na­ta dal bas­so ver­so l'alto e dal un lato al­l'al­tro, li or­di­na su tre di­stin­te co­lon­ne che, non a caso, vede con­ca­te­narsi i pia­ne­ti con rap­por­to di­ret­to se­con­do una dop­pia re­go­la:
  1. il trian­go­lo su­pe­rio­re è se­pa­ra­to dl trian­go­lo sot­to­stan­te da un trat­teg­gio (iden­ti­fi­ca­bi­le con l'or­bi­ta di Chi­ro­ne): cia­scu­no dei tre gran­di te­sté de­scrit­ti tro­va nel suo cor­ri­spon­den­te sot­to­stan­te il pia­ne­ta co­a­bi­tante, os­sia che con­di­vi­de il do­mi­ci­lio del­lo stes­so Se­gno in al­ter­nan­za diur­na o not­tur­na.
  2. a loro vol­ta, i cor­pi del trian­go­lo me­dia­no in­co­lon­nano sot­to di sé - se­pa­ra­ti dal sim­bo­lo cen­tra­le del­la Ter­ra - il pia­ne­ta di do­mi­ci­lio op­po­sto, ve­ro­si­mil­men­te il pro­prio com­ple­men­to nel­la cor­sa ver­so l'Uni­tà.
    In­te­res­san­te l'im­man­ca­bi­le equi­li­brio sim­me­tri­co per cui il più lon­ta­no dei pia­ne­ti (Plu­to­ne) si rac­cor­da ai due più uni­ti, se non an­che le­ga­ti da un pre­ci­so con­nu­bio (Mar­te e Ve­ne­re); il più vi­ci­no (Ura­no) so­prav­vede ai più lon­ta­ni tra loro (Sa­tur­no e Luna: vec­chia­ia ed in­fan­zia); Net­tu­no di con­se­guen­za si col­le­ga alle sfe­re di Mer­cu­rio e Gio­ve, pon­te es­sen­zia­le ed esi­sten­zia­le tra gli al­tri due grup­pi.
È le­ci­to pen­sa­re che i 'tre gran­di' pos­sa­no ma­ni­fe­sta­re la loro fun­zio­ne a li­vel­lo ter­re­no, per il tra­mi­te dei 'cor­ri­spon­den­ti' con­na­tu­ra­ti alla no­stra di­men­sio­ne: la For­za cre­a­ti­va-ses­sua­le che Plu­to­ne rap­pre­sen­ta, non si ser­ve for­se di Mar­te e Ve­ne­re per con­se­gui­re il suo sco­po? Mar­te e Ve­ne­re: il pu­gno e la ca­rez­za, ma al­tre­sì il nu­cleo cre­a­ti­vo e pro­cre­a­ti­vo di con­ti­nu­i­tà del­la vita! po­trem­mo dire che "Plu­to­ne at­tua [an­che] at­tra­ver­so Mar­te, il qua­le si con­giun­ge a Ve­ne­re per na­tu­ra­le at­tra­zio­ne". Allo stes­so modo Ura­no può af­fer­ma­re la su­per-in­di­vi­dua­li­tà tra­mi­te Sa­tur­no, che vede nel mon­do Lu­na­re il mag­gior tra­guar­do da ol­tre­pas­sa­re; com­bi­na­re i due estre­mi del set­te­na­rio: la mas­si­ma istin­ti­vi­tà ed il mas­si­mo con­trol­lo, umo­ri ed os­sa­tu­ra. Net­tu­no di­scio­glie la se­ra­fi­ca na­tu­ra Gio­viana nel mare del­le in­fi­ni­te oc­ca­sio­ni che ci at­tor­nia­no tra­mi­te la mo­bi­li­tà e po­po­la­ri­tà di Mer­cu­rio, fe­ga­to e si­ste­ma ner­vo­so: me­dia­to­ri tra il cen­tro pro­dut­ti­vo (e ri­pro­dut­ti­vo) del­l'in­di­vi­duo e la sua pro­pria pe­ri­fe­ria esi­sten­zia­le, rap­pre­sen­tata da in­fan­zia e se­ni­li­tà.
Di­spo­nen­do sul­la stes­sa li­nea le Sfe­re in or­di­ne di or­bi­te con­cen­tri­che in­tor­no alla Ter­ra, pos­sia­mo os­ser­va­re tut­ti gli aspet­ti di tale re­la­zio­ne, per cui l'in­flu­en­za dei pia­ne­ti len­ti sul­la sfe­ra in­di­vi­dua­le in­di­ret­ta­men­te si ma­ni­fe­sta in­ve­sten­do aree con­cen­tri­che, in po­si­zio­ne in­ver­sa a quel­la del pia­ne­ta 'do­mi­nan­te'.

Non vi sono con­tro­in­di­ca­zio­ni a que­sto tipo di ana­li­si, che ten­de co­mun­que a ri­col­le­ga­re le di­na­mi­che del com­por­ta­men­to agli ob­bli­ghi con­trat­ti dal sin­go­lo in pas­sa­to o che gli de­ri­va­no dal­la spe­cie. Non tra­scu­ra­re di os­ser­va­re le trian­go­la­zio­ni de­scrit­te te­nen­do con­to del­l'in­te­ra­zio­ne del­le loro ten­den­ze; al­l'ini­zio po­trà sem­bra­re un la­vo­ro in­gra­to, ma con l'eser­ci­zio que­sto 'gio­co di spon­da' di­ver­rà fa­mi­lia­re e non man­cherà di ri­spon­de­re alle do­man­de più e me­glio di una vi­sio­ne piat­ta e mo­no­gama. La con­di­zio­ne ope­ran­te di un Gio­ve ap­pa­rirà più ri­spon­den­te dopo aver te­nu­to con­to di Net­tu­no ed os­ser­va­to la con­di­zio­ne di fa­vo­re o con­tra­rie­tà de­ri­van­te da Mer­cu­rio.
Lo stes­so vale per le al­tre tria­di.

Una con­fer­ma ab­ba­stan­za evi­den­te di tale te­o­re­ma, pub­bli­ca­to sin dal 1994 nel 3° Cap. in­trod. al­l'uso del­l'AAP, la si può ve­de­re pres­so il ns. pri­mo sito alla se­zio­ne: "
www.myway.it/astrology/il terrorismo.htm", ove è det­ta­glia­ta l'ana­li­si astro­lo­gi­ca del­l'at­tac­co alle Twin To­wers in quel­l'or­ri­bi­le 11 set­tem­bre (oc­cor­re[va] IExplo­rer ® ver. 5 o sup.; data la com­ples­si­tà de­gli im­pian­ti in DHTML e l'uso spe­cia­le di ca­rat­te­ri astro­lo­gici usa­re il pal­ma­re per la na­vi­ga­zio­ne è del tut­to da esclu­de­re).
La ma­e­stran­za di Plu­to­ne, al­lo­ra op­po­sto a Sa­tur­no in Ge­mel­li (gli USA) si è val­so di Mar­te op­po­sto a Luna e Nodo Lu­na­re in Ge­mel­li-Can­cro, po­nen­do­lo su un ae­reo per cia­scu­na (leg­gi: Tor­re, ma an­che Luna e Nodo) e glie lo ha spe­di­to con­tro con la pre­ci­sio­ne ora­ria-astra­le di un cro­no­gra­fo; è tut­to am­pia­men­te il­lu­stra­to. Un Mar­te op­po­sto alla Luna non avreb­be mai po­tu­to in­di­ciz­za­re di per sé un si­mi­le even­to: si trat­ta di un Aspet­to che ri­cor­re ogni mese, né vi era­no al­tri se­gna­li astro­lo­gici evi­den­ti ad an­nun­cia­re l'av­ve­ni­men­to.
Mar­te è la de­ter­mi­na­zio­ne, ma solo Plu­to­ne è la pa­dro­nan­za del sa­pe­re, e per di più nei Ge­mel­li tro­va, nel ns. as­sun­to, la sua esal­ta­zio­ne! Un al­tro ae­reo si è schian­ta­to sul Pen­ta­go­no con l'esat­to po­si­zio­na­men­to [astro­lo­gi­co ed an­go­la­re, ge­o­me­tri­co-spa­zia­le] ri­ve­la­to da un Quin­ti­le per­fet­ta­mente vi­si­bi­le sul­l'oro­sco­po del Pen­ta­go­no; Aspet­to che lì è con­fi­gu­ra­to da Ascen­den­te-Net­tu­no! Il pun­to del­l'im­pat­to è a sua vol­ta esat­ta­men­te al­l'op­po­si­zio­ne di Mar­te ra­dix, men­tre il Mar­te ce­le­ste (ma­e­stro dei De­cani nel 2001, an­na­ta sot­to il suo go­ver­no) vi tran­si­ta, si­tua­to tra Plu­to­ne ed Ura­no, che oc­cu­pa­no il 3º ed il 4º dei ver­ti­ci [di det­to Quin­ti­le e del Pen­ta­go­no stes­so]. A so­ste­gno del­l'im­por­tan­za del Quin­ti­le, non pos­so non ri­por­tar­ne lo schema al capitolo Aspetti, con qual­che os­ser­va­zio­ne ag­giun­ti­va.