i Transiti Pianetari


Introduzione

Alla na­sci­ta di un in­di­vi­duo la di­spo­si­zio­ne di Ter­ra e Si­ste­ma So­la­re si cri­stal­liz­za in un im­pian­to re­can­te le ca­rat­te­ri­stiche del sog­get­to - che si ri­spec­chia nel­l'oro­sco­po di na­sci­ta o "ra­dix" - in­tor­no al qua­le i cor­pi ce­le­sti se­guitano a ruo­ta­re, in­flu­en­zan­dolo poi ad ogni età at­tra­ver­so il fil­tro di que­sta ma­tri­ce ori­gi­na­ria.
I mo­men­ti di mag­gior in­flu­en­za epi­so­di­ca si han­no ogni qual vol­ta uno dei Cor­pi in ro­ta­zio­ne [dal pun­to di vi­sta ge­o­cen­tri­co] si por­ta ad una di­stan­za an­go­la­re si­gni­fi­ca­tiva ri­spet­to ad uno di quei pun­ti "ra­dix", che sono come por­te ri­ce­ven­ti del­l'Io; si­gni­fi­ca­tiva è ide­al­men­te quan­do det­ta di­stan­za equi­va­le ad una sud­di­vi­sio­ne mo­du­la­re del cer­chio, ­/3 (120°), ­/4 (90°) o ­/5 (72°); il che in­clu­de an­che i [sot­to]mul­ti­pli come 60°, 30°, 180° etc., rien­tran­do nel prin­ci­pio di ri­so­nan­za ar­mo­ni­ca.
La di­stan­za di 0° in par­ti­co­la­re è det­ta Con­giun­zio­ne.

Si dice al­lo­ra che i due ele­men­ti for­ma­no Aspet­to, il che si ap­pli­ca an­che ai rap­por­ti esi­sten­ti in un tema fis­so; ma quan­do que­sto in­ter­vie­ne tra un pia­ne­ta in mo­vi­men­to (det­to Pro­mit­ten­te) ed un pun­to re­la­ti­vo in un tema (det­to Ri­ce­ven­te) il mo­vi­men­to si qua­li­fi­ca come Tran­si­to e l'in­flus­so che ne de­ri­va ha du­ra­ta di­pen­den­te dal­la ve­lo­ci­tà or­bi­ta­le del cor­po in moto. Na­tu­ral­men­te tali for­ma­zio­ni pre­sen­ta­no un'ela­sti­ci­tà in en­tram­bi i casi, po­i­ché la re­la­zio­ne an­go­la­re esat­ta nel cor­so del mo­vi­men­to te­o­ri­ca­men­te ha la du­ra­ta di un istan­te; e se que­st'at­ti­mo è più che suf­fi­cien­te a far scat­ta­re la mol­la di un even­to, nel di­la­tar­si del­la "pro­fon­di­tà di cam­po" di tale as­set­to, l'ef­fet­to sul­la sfe­ra vi­ta­le sarà mag­gio­re quan­to più la di­stan­za an­go­la­re si man­ter­rà pros­si­ma al va­lo­re ide­a­le (es. 0°) e vi­ce­ver­sa, fino a sfu­ma­re nel nul­la al di là del­la tol­le­ran­za mas­si­ma (ad es. ol­tre i 12°). Ne de­ri­va che vi sono al­me­no due con­di­zio­ni di cui te­ne­re con­to:

  1. lo sta­to di un Tran­si­to in at­ti­vi­tà, la cui in­ten­si­tà è va­ria­bi­le in au­men­to o di­mi­nu­zio­ne: l'Aspet­to è en­tran­te o uscen­te; tal­vol­ta sta­zio­na­rio, se il Pia­ne­ta è re­tro­gra­do;
  2. il mo­men­to di un Tran­si­to in Aspet­to esat­to, la cui in­ten­si­tà è al mas­si­mo e ten­de a ge­ne­ra­re av­ve­ni­men­ti o ad in­flu­en­zarli in modo im­me­dia­to.
Sche­ma di ri­par­ti­zio­ne del­le aree prin­ci­pa­li in ta­bel­la.
Al fine di for­ni­re una in­for­ma­zio­ne quan­to più ac­cu­ra­ta e com­ple­ta sul­le in­flu­en­ze la­ten­ti, le bar­re oriz­zon­ta­li sono do­ta­te di due ca­rat­te­ri­stiche ag­giun­ti­ve
  1. la di­re­zio­na­li­tà in au­men­to o di­mi­nu­zio­ne del­l'ef­fi­ca­cia del­l'Aspet­to: ciò è ge­ne­ral­men­te con­nes­so al­l'es­se­re en­tran­te o uscen­te, si­tua­zio­ne resa più com­ples­sa dai mo­vi­men­ti di re­tro­gra­da­zio­ne dei Pia­ne­ti in tran­si­to, po­i­ché le fasi pos­so­no al­ter­nar­si in una più o meno du­ra­tu­ra co­e­si­sten­za. Essa è rap­pre­sen­tata dal­la ter­mi­na­zio­ne de­stra del­la bar­ra, che pre­sen­ta una pun­ta in avan­ti se in au­men­to, una rien­tran­te se la pre­ci­sio­ne sta ca­lan­do.
    Per un qua­dro com­ples­si­vo del­la du­ra­ta ed an­da­men­to di una fase di spo­sta­men­to si­gni­fi­ca­tiva, ba­sta apri­re la pa­gi­na del­le Ef­fe­me­ri­di del bien­nio (l'ico­na è in ogni gior­na­ta) ed os­ser­va­re il per­cor­so del pia­ne­ta in quel pe­rio­do; pa­ri­men­ti pos­so­no es­se­re esa­mi­na­te la du­ra­ta glo­ba­le e l'in­ten­si­tà del­l'Aspet­to di Tran­si­to su una cer­ta po­si­zio­ne se si di­spo­ne del­la ta­bel­la Aspectoscope.
  2. po­i­ché la po­ten­za di un Pia­ne­ta è po­sta in re­la­zio­ne con la ve­lo­ci­tà del suo moto, essa varierà ri­spet­to al suo pa­ra­me­tro me­dio in con­co­mi­tan­za a ral­len­ta­men­to, do­vu­to alla fase di re­tro­gra­da­zio­ne, o ad ac­ce­le­ra­zio­ne do­vu­ta a ri­pre­sa del moto di­ret­to.
    Nel pri­mo caso il Pia­ne­ta si por­terà ad uno sta­to sem­pre più sta­zio­na­rio, au­men­tan­do ciò la sua in­flu­en­za per­ma­nen­te ed in un cer­to sen­so la sua pres­sio­ne nei con­fron­ti di un ri­ce­ven­te, che ne av­ver­tirà mag­gior­men­te la pre­sen­za; nel se­con­do si pro­dur­rà l'ef­fet­to op­po­sto, che ve­drà di­lu­i­re la spin­ta, tra­smes­sa in modo più ra­pi­do e dun­que tran­si­to­rio del nor­ma­le.
AstroTime tie­ne au­to­ma­ti­ca­men­te con­to an­che di que­sto fat­to­re, rap­pre­sen­tan­do la bar­ra di in­ten­si­tà con un seg­men­to chia­ro in ag­giun­ta ­/ scu­ro in sot­tra­zio­ne a par­ti­re dal­l'esten­sio­ne te­o­ri­ca me­dia, la­scian­do in­trav­ve­de­re im­me­dia­ta­men­te so­prat­tut­to l'ef­fet­ti­vo. La fa­scia scu­ra in­fat­ti ri­du­ce la lun­ghez­za, così la chia­ra l'au­men­ta. Na­tu­ral­men­te è più fre­quen­te un au­men­to del­la po­ten­za di base, po­i­ché le fasi di ral­len­ta­men­to sono le più am­pie, por­tan­do il pia­ne­ta fino al pun­to di im­mo­bi­li­tà che pre­ce­de l'in­ver­sio­ne del moto stes­so; l'ac­ce­le­ra­zio­ne ri­spet­to al moto me­dio non rag­giun­ge mai una si­mi­le ela­sti­ci­tà.

In fi­gu­ra due esem­pi di ral­len­ta­men­to di Mer­cu­rio, nel pri­mo dei qua­li sta au­men­tan­do il Bi­quintile con Net­tu­no, men­tre nel se­con­do sta uscen­do da un'Op­po­si­zio­ne con il Nodo lu­na­re. Tale pro­mit­ten­te si tro­va in fase ac­ce­le­ra­ta per cui la sua ca­pa­ci­tà di in­flu­en­za si di­stri­bu­i­sce lie­ve­men­te al di sot­to del va­lo­re me­dio. A de­stra Tri­go­no e Se­sti­le di 2 Pia­ne­ti len­ti in fase di ral­len­ta­men­to, che in­cre­men­ta la loro spin­ta aspettuale; come si vede per Plu­to­ne, in ta­lu­ni casi la ban­da espan­sa del­la po­ten­za del Pia­ne­ta può su­pe­ra­re quel­la sot­to­stan­te, di pre­ci­sio­ne del­l'an­go­la­zio­ne rag­giun­ta.

In­fi­ne le bar­re re­ca­no il link per at­ti­va­re il di­ret­to re­pe­ri­men­to sul Web di in­for­ma­zio­ni sul­la re­la­zio­ne pla­ne­ta­ria che rap­pre­sen­tano; sfio­ran­do cia­scu­na bar­ra sul nor­ma­le brow­ser ap­pa­re la de­fi­ni­zio­ne del­l'Aspet­to in cor­so, tale qua­le ver­rà po­sta al mo­to­re di ri­cer­ca. Data la va­rie­tà di ar­ti­co­li e fo­rum che trat­ta­no que­sti ar­go­men­ti, una vol­ta de­fi­ni­ta la ri­cer­ca, può pa­re­re op­por­tu­no ri­pe­te­re la stes­sa va­rian­do leg­ger­men­te la sin­tas­si, per ot­te­ne­re un più am­pio ven­ta­glio di ri­scon­tri:
ad es. Mar­te (in) Op­po­si­zio­ne (a) Net­tu­no po­treb­be es­se­re re­pe­ri­to come Op­po­si­zio­ne Mar­te Net­tu­no, ma an­che come Mar­te Op­po­sto (a) Net­tu­no; il Quin­con­ce (150°) è chia­ma­to an­che Quin­cunx, il Tri­decile (108°) può es­se­re de­no­mi­na­to Se­squiquintile; pa­ri­men­ti, Casa IV può es­se­re re­pe­ri­to come Casa quar­ta o Quar­ta casa e via di­cen­do.
Allo stes­so modo, il link per la ri­cer­ca sul Web è pre­di­spo­sto sul­le ore af­fian­ca­te ad ogni Tran­si­to gior­na­lie­ro esat­to; men­tre la stes­sa fun­zio­ne è svol­ta dal­l'ico­na di una len­te, che af­fian­ca le de­scri­zio­ni Pia­ne­ta-Se­gni e Pia­ne­ta-Case, già in­tro­dot­te in AstroTime, si è pre­fe­ri­to evi­ta­re di so­vrac­ca­ri­ca­re il pac­chet­to con le cen­ti­na­ia di casi che rac­cor­dano tra loro i Pia­ne­ti ed i vari Aspet­ti, dei qua­li sa­reb­be ben poco pra­ti­co sfor­zar­si di fis­sa­re una base di dati sta­ti­ca, pro­ble­ma­ti­ca che tro­ve­rà in­ve­ce la mi­glio­re ri­so­lu­zio­ne pro­prio gra­zie al Web.


È con­cet­to tra­di­zio­na­le che ogni ora sia do­mi­na­ta da un'In­tel­li­gen­za pla­ne­ta­ria di­ver­sa, in una se­quen­za de­ri­van­te dal­l'or­di­ne 'na­tu­ra­le' dei gior­ni, ma che si ri­pe­te a stel­la in sen­so an­tio­ra­rio a par­ti­re dal pia­ne­ta che go­ver­na il gior­no del­la set­ti­ma­na e cioè ad es. par­ten­do dal­la Do­me­ni­ca:
Sole, Ve­ne­re, Mer­cu­rio, Luna, Sa­tur­no, Gio­ve, Mar­te Sole etc. (ap­pro­fon­di­men­to al cap.Decani).

Si deve per­ciò sud­di­vi­de­re sia l'arco diur­no che quel­lo not­tur­no, in­di­pen­den­te­men­te dal­la sta­gio­ne, in 12 ore ca­da­u­no. Po­i­ché, come si vede chia­ra­men­te dal­l'alba (Asc) al tra­mon­to (Dsc) lo spa­zio è sem­pre ri­par­ti­to dal­le Case in 6 set­to­ri di­ver­si (in que­sto caso di due ore cia­scu­no), an­che la sud­di­vi­sio­ne in 12 darà luo­go ad esten­sio­ni di­ver­se e va­ria­bi­li di gior­no in gior­no e da un luo­go al­l'al­tro.
I cal­co­li di­pen­de­ranno dal me­to­do di do­mi­fi­ca­zio­ne pre­scel­to; tra i più usa­ti, quel­lo di Pla­ci­dus. Le no­ta­zio­ni sono quin­di col­lo­ca­te in una cel­la ab­ba­stan­za vi­ci­na al­l'ora esat­ta, per fa­ci­li­tar­ne l'in­di­vi­dua­zio­ne a col­po d'oc­chio an­che in si­tua­zio­ni mo­vi­men­ta­te; un pun­ta­to­re gra­fi­co col­le­gherà la cel­la al mi­nu­to esat­to sul­la co­lon­na at­ti­gua. Vi sono 14 cel­le di­spo­ni­bi­li nel­lo spa­zio uti­le, men­tre lo svi­lup­po ora­rio del­le 24 ore si esten­de da un estre­mo al­l'al­tro del­l'area ver­ti­ca­le stan­dard a ga­ran­ti­re il mas­si­mo det­ta­glio ot­te­ni­bi­le.
Si noti che la sud­det­ta di­vi­sio­ne ora­ria, cal­co­la­ta per uno spe­ci­fi­co luo­go di uti­liz­zo di Astro­Time, non col­li­ma qua­si mai con l'ini­zio gra­fi­co del­la gior­na­ta, dato che le lo­ca­li­tà, pur sog­get­te allo stes­so ora­rio uf­fi­cia­le, si tro­va­no in una po­si­zio­ne pro­pria ri­spet­to al moto del Sole; a ciò vie­ne poi ag­giun­ta l'even­tua­le ora le­ga­le.
È in­te­res­san­te os­ser­va­re come l'al­ter­nan­za ora­ria ab­bia luo­go an­che al­l'in­ter­no del cor­po uma­no, come in­se­gna l'ago­pun­tu­ra ci­ne­se, per cui ogni 'or­ga­no' (nel sen­so astrat­to, di fun­zio­ne ener­ge­ti­ca in­di­vi­dua­ta) rag­giun­ge mas­si­mo e mi­ni­mo del­la sua at­ti­vi­tà a de­ter­mi­na­te ore del gior­no, di cui ri­pro­du­co lo sche­ma per chi fos­se cu­rio­so.
Pa­ri­men­ti ri­sen­te dei pe­rio­di sta­gio­na­li.
(dal mio trat­ta­to: «Il Se­gre­to dei 5 Riti Ti­be­ta­ni»)
Le espe­rien­ze pia­ce­vo­li du­ra­no attimi;
in com­pen­so quel­le sco­mo­de
non si esa­u­ri­sco­no mai.

No­ta­zio­ni gior­na­lie­re

La ta­vo­la gior­na­lie­ra di AstroTime ci in­for­ma su en­tram­be le con­di­zio­ni dei Tran­siti prin­ci­pa­li, se­pa­ran­do­le in due co­lon­ne sul­la metà si­ni­stra.
La pri­ma (do­mi­nan­ti di fon­do) con­tie­ne l'elen­co di tut­ti i Tran­siti pen­den­ti, cioè at­ti­vi nel­la gior­na­ta come in al­tre pre­ce­den­ti e­/o se­guen­ti (sfon­do gri­gio in fi­gu­ra a lato).
Sono dati di cui fare una som­ma­to­ria, per va­lu­ta­re le to­na­li­tà o l'at­mo­sfe­ra che ac­com­pa­gna il pe­rio­do, le pres­sio­ni fa­vo­re­vo­li e con­tra­rie, le trap­po­le più o meno in­si­dio­se che il pre­sen­te ci ri­ser­va.
Se non si è in gra­do (e spes­so non lo si è), os­ser­va­re e col­le­ga­re i vari epi­so­di a po­ste­rio­ri è co­mun­que fon­te di ar­ric­chi­men­to, po­i­ché le re­go­le ven­go­no a gal­la, ad ar­ric­chi­re il no­stro giu­di­zio.
Il noc­cio­lo ini­zia­le del­la que­stio­ne sta nel­l'abi­tuar­si a con­ce­pi­re il no­stro de­li­be­ra­re ed i no­stri atti non a sen­so uni­co, d noi stes­si ver­so l'ester­no, ma pren­den­do vi­sio­ne di quan­to dal­l'ester­no con­flu­i­sce in noi e con qua­le peso.

La se­con­da (in­flu­en­ze del gior­no) elenca tut­ti i Tran­siti che si per­fe­zio­na­no nel­l'arco del gior­no, pre­ce­du­ti dal­l'ora e mi­nu­to esat­ti. Ogni no­ta­zio­ne in­di­ca la Casa o Cam­po di in­flu­en­za ed il Pia­ne­ta in Tran­si­to (det­to Pro­mit­ten­te), il tipo di Aspet­to, il Pia­ne­ta [o Pun­to] Ra­dix (det­to Ri­ce­ven­te).
A que­sti se­guo­no ri­spet­ti­va­men­te due di­ver­si tipi di in­for­ma­zio­ne:

do­mi­nan­ti di fon­do
Nel­la 1ª li­sta ven­go­no do­cu­men­ta­te da 4 gra­fi­ci a bar­re:
  1. l'in­ten­si­tà o po­ten­za del Pro­mit­ten­te (in co­lor oro, che va­ria da Pia­ne­ta a Pia­ne­ta) e
  2. la pre­ci­sio­ne ed ef­fi­ca­cia del­l'Aspet­to (ban­da più lar­ga, sot­to­stan­te, nel co­lo­re tipo del­la fa­mi­glia di Aspet­ti).
  3. l'in­ten­si­tà o po­ten­za del Ri­ce­ven­te
    (ban­da in­ter­na, in co­lor oro) e
  4. la pre­ci­sio­ne ed ef­fi­ca­cia del­l'arco di ri­cet­ti­vi­tà (ban­da più lar­ga, sot­to­stan­te).

Ciò pog­gia sul­l'enun­cia­to se­con­do il qua­le la for­za espres­sa da ogni Cor­po ro­tan­te è re­la­ti­va alla ve­lo­ci­tà an­go­la­re, men­tre la tol­le­ran­za per ogni aspet­to gli è in­ver­sa; non si vede per­ché non deb­ba es­se­re at­tri­bu­i­ta an­che al Ri­ce­ven­te una sen­si­bi­li­tà e re­at­ti­vi­tà al­l'in­flu­en­za in ar­ri­vo, re­at­ti­vi­tà va­ria­bi­le se­con­do pa­ra­me­tri e di­spo­si­zio­ne pro­pri, an­zi­ché quel­li del Pro­mit­ten­te.

Nel­la 2ª co­lon­na è an­no­tata per ul­ti­ma la Casa del cie­lo at­tua­le, quin­di che ospi­ta il Ri­ce­ven­te al mo­men­to del­l'Aspet­to, ad in­di­ca­re in qua­le am­bi­to agi­sce la pul­sio­ne in quel fran­gen­te. (schema:)

i link
Ogni sim­bo­lo del­le no­ta­zio­ni do­mi­nan­ti rimanda con un cli­ck alla pa­gi­na (ed al­l'ar­ti­co­lo spe­ci­fi­co) che ne in­tro­du­ce il si­gni­fi­ca­to, sia per i sin­go­li Pia­ne­ti che per l'Aspet­to che li as­so­cia; clic­can­do sul­le ri­spet­ti­ve ban­de gra­fi­che alla loro de­stra si può con­te­stual­mente ef­fet­tua­re una ri­cer­ca sul­la In­ter­net, espres­sa­men­te orien­ta­ta a quei due Ele­men­ti nel­la re­la­zio­ne del caso: ad es. in pre­sen­za di una con­fi­gu­ra­zio­ne len­ta come , men­tre cia­scu­no dei tre sim­bo­li apre la re­la­ti­va spie­ga­zio­ne, si può apri­re sul mo­to­re di ri­cer­ca (tra­mi­te le ban­de di in­ten­si­tà o pre­ci­sio­ne ed es­sen­do con­nes­si) la li­sta del­le di­scus­sio­ni o de­gli ar­ti­co­li ine­ren­ti "Net­tu­no con­giun­zio­ne Mar­te", con­si­de­ran­do que­sta la più pro­ba­bi­le de­scri­zio­ne del­l'ar­go­men­to, il che non esclu­de che pos­sa poi es­se­re va­ria­ta o adat­ta­ta ad un con­te­sto lin­gui­sti­co pa­ral­le­lo o al­ter­na­ti­vo.
tran­siti per­fe­zio­na­ti
Le no­ta­zio­ni dei Tran­siti che giun­go­no a com­pi­men­to sono se­gui­te da due co­lon­ne ge­ne­ri­che re­can­ti:
  1. la sud­di­vi­sio­ne ver­ti­ca­le del­le 24 ore del gior­no con tac­che ogni 10 mi­nu­ti, uti­le ad iden­ti­fi­ca­re il mo­men­to ef­fet­ti­vo in cui ogni aspet­to si per­fe­zio­na. In que­sta co­lon­na si evi­den­zia­no due aree scu­re alle pri­me ed ul­ti­me ore, che di­stin­guo­no le ore di buio da quel­le diur­ne, cal­co­late per la lo­ca­li­tà in cui l'agen­da vie­ne ela­bo­ra­ta.
  2. la sud­di­vi­sio­ne ver­ti­ca­le del­le 24 ore pla­ne­ta­rie di quel gior­no, che non sono tut­te ugua­li ma deb­bo­no la loro esten­sio­ne al­l'an­da­men­to del­le Case stes­se. L'idea vir­tua­le era di com­ple­ta­re il qua­dro in­for­ma­ti­vo con bre­vi com­men­ti in­di­ca­ti­vi; ma ho do­vu­to ben pre­sto ri­co­no­sce­re che, a par­te la mole di la­vo­ro ne­ces­sa­ria ad esclu­de­re le ba­na­li­tà, qua­lun­que cosa fos­se sta­ta scrit­ta in una o due ri­ghe del­lo spa­zio uti­le, per quan­to sen­sa­ta e con­fa­cen­te a cer­ti casi, avreb­be im­man­ca­bil­men­te elu­so l'in­te­res­se di tut­ti gli al­tri; e non sen­za ali­men­ta­re l'in­de­si­de­rata pi­gri­zia. (dettagli:)
Con que­sta in­for­ma­zio­ne è dato modo non solo di co­no­sce­re le in­flu­en­ze ora­rie di ogni gior­no nel­la pro­pria zona (dato pre­zio­so per chi svol­ge at­ti­vi­tà eso­te­ri­che), ma an­che di va­lu­ta­re il mo­men­to più o meno pro­ba­bi­le in cui un Tran­si­to avrà mag­gior ef­fet­to. Que­sto mo­men­to in­fat­ti, a par­ti­re dal­l'ora­rio in­di­ca­to, po­trà slit­ta­re e ren­de­re ef­fet­ti­vo il Tran­si­to nel­l'ora pla­ne­ta­ria in cui il Pro­mit­ten­te o il Ri­ce­ven­te si tro­vi­no al mas­si­mo del loro po­ten­zia­le.
(ore biologiche:)

An­che que­sti sim­bo­li sono ani­ma­ti da link alle ri­spet­ti­ve de­scri­zio­ni, pres­so le qua­li l'ico­na di una len­te aprirà il pa­no­ra­ma del Web sul sin­go­lo sog­get­to. Clic­can­do sul­l'ora esat­ta alla si­ni­stra del Tran­si­to si aprirà in­ve­ce la ri­cer­ca in rete sul­l'Aspet­to com­ple­to, come in­tro­dot­to per le sud­det­te ban­de sta­zio­na­rie;
(maggiori dettagli:).

Li­ber­tà o con­di­zio­na­men­to?

Ho udi­to più di una vol­ta l'obie­zio­ne:
"non mi pia­ce­reb­be es­se­re con­di­zio­na­to…".

Quan­do ci si ac­cin­ge ad usci­re di casa, si deve sce­glie­re uno o più in­du­men­ti con i qua­li co­prir­si; e cosa con­du­ce pri­ma di tut­to alla de­ci­sio­ne? è sem­pli­ce: la pre­vi­sio­ne del tem­po che farà nel­l'am­bi­to pre­vi­sto.
Que­sto li­mi­ta for­se la no­stra li­ber­tà? o l'istin­ti­va, na­tu­ra­le va­lu­ta­zio­ne ci of­fre uno stru­men­to per evi­ta­re di­sa­gi o ma­les­se­ri?
Esa­mi­na­re i Tran­siti non do­vreb­be es­se­re mol­to di­ver­so, se non per la più o meno ade­gua­ta di­spo­si­zio­ne del­la no­stra men­te. An­che quan­do una si­tua­zio­ne si pre­sen­ti di gran­de sco­mo­di­tà - anzi, a mag­gior ra­gio­ne - co­no­scer­ne il ca­rat­te­re in an­ti­ci­po non la ren­derà più gra­ve né più gre­ve, ma di cer­to aiu­te­rà a fron­teg­giarla con la di­spo­si­zio­ne adat­ta a me­glio so­ste­ner­la. Che le si co­no­sca o no, le con­di­zio­ni che si ve­ri­fi­cheranno sa­ran­no quel­le; è solo il no­stro modo di in­te­ra­gi­re più o meno con­sa­pe­vol­mente, che può mo­di­fi­car­ne gli ef­fet­ti.
A pen­sar­ci bene, la sola cosa che ine­vi­ta­bil­men­te cir­co­scri­verà il no­stro ar­bi­trio è pro­prio "il tem­po che farà" - e non l'es­se­re in gra­do di pre­ve­der­lo -

  1. po­i­ché non di­pen­de da noi, ed
  2. è sem­pre pron­to a co­glier­ci alla sprov­vi­sta, con­di­zio­ne que­sta dav­ve­ro ca­pa­ce di ren­de­re tut­to più sca­bro­so!
Se un uti­liz­zo di­sin­can­ta­to e per­se­ve­ran­te di Astro­Time non mo­di­fi­cherà la pri­ma, po­trà smus­sa­re sem­pre più la se­con­da; ov­via­men­te a pat­to di in­ve­sti­re una par­te del­le pro­prie ca­pa­ci­tà nel con­se­gui­men­to di mag­gio­re au­to­con­trol­lo.

In fon­do vale la pena di por­si la do­man­da "cosa può con­di­zio­na­re mag­gior­men­te?": l'es­ser­lo sen­za sa­per­lo, o il ri­sen­ti­re di in­flu­en­ze pre­ve­di­bi­li?
La ve­ri­tà pri­ma è che sia­mo li­mi­ta­ti dal­l'am­bien­te, dai con­di­zio­na­men­ti dal­l'edu­ca­zio­ne e dal­le abi­tu­di­ni che si im­pon­go­no fin da quan­do sia­mo nati, tan­to da non ren­der­si nep­pu­re con­to di quan­to…

Quan­to al­l'Astro­lo­gia, re­sta evi­den­te che la fi­na­li­tà da per­se­gui­re non è la di­pen­den­za, ben­sì l'am­plia­re e po­ten­zia­re il pro­prio gra­do di con­sa­pe­vo­lez­za.
Sot­to que­sto aspet­to vi è del­l'al­tro da ag­giun­ge­re, con un peso an­cor più de­ci­si­vo. Pro­prio in nome del­la no­stra (trop­po spes­so pre­sun­ta) li­ber­tà di giu­di­zio, è ne­ces­sa­rio pren­de­re vi­sio­ne ed atto di qua­li pos­sa­no es­se­re le com­po­nen­ti ester­ne dei no­stri sta­ti d'ani­mo - ester­ne ma non este­rio­ri, tan­ta è la pro­fon­di­tà in cui ra­di­cano - per non ali­men­ta­re la su­per­fi­cia­le con­vin­zio­ne che ci fa vi­ve­re ed in­ter­pre­ta­re di ora in ora i no­stri pur mu­te­vo­li at­teg­gia­menti come fos­se­ro as­so­lu­ti e de­fi­ni­ti­vi.
Que­sta è la sola vera li­ber­tà, o la stra­da per con­se­guirla, po­i­ché chiun­que si tro­vi im­mer­so in que­sta at­mo­sfe­ra, come ogni pe­sce nel suo mare, è sog­get­to alla pres­sio­ne in­ces­san­te di sol­le­ci­ta­zio­ni ed in­ter­fe­ren­ze di cui non ha qua­si mai co­scien­za, ma che fan­no sì che si mu­o­va e si com­por­ti, in­ter­pre­ti e scel­ga se­con­do gli im­pul­si che ne sono la ri­sul­tan­te.
Sco­pri­re come e poi quan­to tali pres­sio­ni sia­no in gra­do di in­flu­en­za­re il no­stro es­se­re, è pas­sag­gio ob­bli­ga­to per ri­sol­ve­re l'equa­zio­ne del li­be­ro ar­bi­trio in­di­vi­dua­le.